Iniziamo il nuovo anno con il ricordo di bei momenti trascorsi tutti insieme riuniti nel nome di don Bosco, mi riferisco ai nostri Esercizi Spirituali che quest’anno appena trascorso ci hanno radunati a Castelgandolfo. Era sul finire di ottobre ma due splendide giornate di sole ci hanno predisposti a vivere in serenità, questo spazio di luce per le nostre anime. Ci siamo ritrovati numerosi, con un bel gruppo di nuovi e giovani cooperatori con i bambini al seguito che sono stati intrattenuti dai ragazzi più grandi; insomma un bel clima di famiglia, che ci ha aiutati a riscoprire la bellezza di essere Salesiani Cooperatori.
Dalla fede alla carita’
Ci ha guidati nel percorso spirituale don Dalmazio Maggi, parroco della chiesa di San Tommaso da Villanova che ha tra i suoi Illustri parrocchiani il Santo Padre quando è a Castel Gandolfo. Essendo, questo, l’anno della Fede le nostre meditazioni si sono imperniate su tale argomento, sulla santità di Maria e sulla nuova evangelizzazione. Partendo da alcuni spunti del messaggio del Papa per la giornata missionaria mondiale 2012, abbiamo riflettuto sulla necessità di impegnarci con maggiore coraggio e ardore per far giungere il messaggio cristiano fino agli estremi confini della terra; dobbiamo riprendere lo stesso slancio apostolico delle prime comunità missionarie, perché Gesù ci manda per le strade del mondo a proclamare il suo Vangelo a tutti. Condizione fondamentale è incontrare veramente Gesù, amarlo dal più profondo di noi stessi, riconoscerlo come unico Salvatore per poi comunicarlo agli altri. Questo passaggio si compie con la fede che è un dono dato per essere condiviso, un talento che va fatto fruttificare, una luce che deve essere messa in alto per illuminare la casa. Dalla fede, poi, il passo verso la carità è breve: se credo amo, se amo Dio amo il fratello in difficoltà, vado verso lui e condivido con lui ciò che ho per emanciparlo dalla miseria e ricostruire la sua dignità.
Fantasia della carita’
Giovanni Paolo II, ci spingeva ad avere “fantasia della carità” per far sentire i poveri come a casa loro in ogni comunità cristiana. Don Bosco ha avuto “fantasia della carità” inventando l’oratorio dopo aver visto quanti giovani finivano nelle prigioni perché non stavano a cuore a nessu- no, e con Bartolomeo Garelli, scacciato dal sagrestano, recitando un’Ave Maria, ha dato vita all’opera grandiosa degli oratori salesiani. Don Bosco non ha pensato, ha agito “subito”; non ha atteso ad intervenire con quel ragazzo in difficoltà: un sorriso, una preghiera e ha conquistato un’anima. Così deve essere per noi: un sorriso, una parola in un momento di tristezza possono fare cose grandi. Nessun giovane, nemmeno il più antipatico, può essere escluso dalla nostra speranza, è proprio con i più difficili che dobbiamo lavorare con più gioia, saranno quelli che ci daranno più soddisfazioni aiutandoli a sviluppare pienamente la loro vita. Gesù, Buon Pastore, sulla via di Emmaus c’insegna il metodo: Prendiamo l’iniziativa e mettiamoci accanto ai ragazzi. Con loro percorriamo la strada, ascoltandoli, cercando di capire le loro paure, i loro sogni.
Maria e’ dalla nostra parte
Spieghiamo loro con pazienza il messaggio esigente del Vangelo e con loro fermiamoci a spezzare il pane per suscitare l’ardore nei loro cuori, diventeranno così, testimoni credibili. Soprattutto non scoraggiamoci quando iniziamo un cammino, anche se non ce ne rendiamo conto, Dio opera insieme a noi e ci aiuta a risolvere problemi piccoli e grandi. In questo cammino anche Maria è dalla nostra parte, perché è una di noi, è coinvolta nel progetto di salvezza, è impegnata con Giuseppe a far crescere Gesù, segue Gesù adulto che lascia la sua casa e sperimenta attivamente l’opera di Cristo, in Lei s’incrociano le strade dell’uomo con quelle di Dio, Lei è la chiave per comprendere la logica di Dio. In sintesi, questo l’excursus che nei due giorni abbiamo sviscerato, e ancora ci siamo interrogati sulla nuova evangelizzazione, che non è un “nuovo Vangelo” ma ha come ricchezza Cristo stesso, la sua persona, perché Egli è la nostra salvezza.
Nuovo ardore, nuovi metodi
Nuova evangelizzazione perché nuovo deve essere l’ardore, i metodi, le espressioni; deve fornire una risposta integrale, agile, pronta che renda più forte la fede cattolica. Protagonisti di questa evangelizzazione devono essere anche i laici, in, modo speciale i catechisti e i “dele-gati della Parola”, con la loro vita e il loro esempio devono portare Cristo nei vari ambiti con la loro credibile testimonianza. Anche i nuovi strumenti tecnologici devono essere usati per arrivare al centro della persona e della società. Benedetto XVI proprio in questi giorni ci ha dato l’esempio, aprendo un sito su Twitter da dove potrà comunicare con i fedeli e non, di tutto il mondo, penso che anche Gesù si sarebbe servito dei nuovi mezzi se fosse vissuto ai nostri giorni, per far crescere la fede e la speranza negli uomini. E’ d a l l a r i s c o p e r t a dell’amore di Dio e dalla consapevolezza di essere amati che può nascere in questi momenti procellosi la speranza di tempi migliori; la speranza non ci deve mai abbandonare come dice San Paolo ai Romani: “nella speranza siamo stati salvati”.
Costruttori di speranza
Benedetto XVI nella introduzione all’Enciclica “Spe salvi” si esprime così: ”La “redenzione”, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino.” Il Natale da poco trascorso ci ha fatto rivivere la gioia di questa speranza recata agli uomini da un Bambino, an annunciato dagli angeli come “Gaudium Magnum”; viviamo allora nella forza di questo annuncio e cerchiamo di rendere migliore la società che faticosamente è ancora alla ricerca della luce, facendoci costruttori di speranza.
BUON ANNO E BUON LAVORO
Paola Ferrazzani