Le vie della nostra parrocchia sono intitolate a personaggi dell’antica roma del tutto a noi sconosciuti.
Pretore nel 193 a. C., riportò alcuni successi militari in Spagna.
Console nel 189, pose termine alla guerra con gli Etoli. Da Ambracia, lungamente assediata, portò insigni opere d’arte che abbellirono Roma e Tuscolo, terra nativa dei Fulvî. Al ritorno a Roma gli fu concesso il trionfo, che egli celebrò con grande sfarzo, stando al racconto di Tito Livio.
Del seguito di Nobiliore faceva parte anche il poeta latino Ennio. Egli, infatti, si era da poco distinto per aver scritto un poema celebrativo, lo Scipio, in onore di Scipione Africano Maggiore.
Anche Nobiliore voleva essere esaltato con i mezzi della poesia e, in effetti, Ennio gli dedicherà l’Ambracia, una tragedia praetexta che celebrava, appunto, la resa della capitale etolica e la gloriosa vittoria del console romano.
Nel 179 a.C. ricoprì la carica di censore.
Durante il suo mandato promosse la riforma dei comizi centuriati, fece restaurare il tempio di Giove Ottimo Massimo e avviò la costruzione della Basilica Emilia a Roma. Fu un grande estimatore della cultura e delle arti greche. A lui si deve l’edificazione del Tempio di Ercole e le Muse nei pressi del Circo Flaminio.
A suo fratello Quinto Fulvio Nobiliore, console nel 153 a.C. si deve la riforma del calendario che persiste ancor oggi.
Prima di lui il capodanno iniziava con le idi di marzo. Da quel momento, invece, l’anno comincia il primo di gennaio.