Egregio signor parroco,
immagino che abbia saputo della querelle che ha contrapposto molti cattolici integralisti all’artista Romeo Castellucci, avvezzo a spiattellare opere provocatorie che alcuni hanno chiamato blasfeme.
Forse non hanno mai sentito parlare di “licenze poetiche”. Non mi dispiacerebbe sentire il suo parere… conoscendo già dal BS alcune sue risposte su problemi di attualità ecclesiale… Ovviamente io ho le mie idee a riguardo, e me le tengo, ma non disdice sapere anche quelle di un parroco/giornalista…
GG
Caro signore,
Ho sentito parlare, o meglio, ho letto di Romeo Castellucci e della sua arte… e so che dall’alto della sua umiltà, perdona i suoi detrattori perché “non sanno, sono ignoranti…”, poveri cristi come il suo Cristo che si dice sia stato imbrattato. Lei, ma non solo lei, parla di “licenza poetica” di cui godono gli artisti.
Ok, la licenza poetica esiste, ma non è superiore né alla legge né alla morale. Invece con questo escamotage ci si può permettere di non rispettare né grammatica, né sintassi (e pazienza, non sarebbe poi un gran male!) ma, a quanto pare, nemmeno persone e sentimenti, e questo un po’ mi sconcerta, mi fa venire in mente la cosiddetta “licenza di uccidere” dell’ agente 007, una libertà, cioè, che non esiste per nessuno, nemmeno per gli artisti. Imbrattare il volto di Gesù, se è vero quel che alcuni scrivono ma altri negano, – un volto che per oltre due miliardi di persone è quello del Figlio di Dio e per altrettanti è quello di uno dei più grandi profeti della storia – francamente non riesco a capire che licenza possa essere. Mi domando: è lecito in nome dell’arte offendere i sentimenti di metà dell’umanità? Per quel volto sono morti milioni di martiri. Se avesse imbrattato il volto della mia mite mamma, sarei diventato una furia, alla faccia dell’arte! Spero che non sia banale voglia di pubblicità o gusto della trasgressione, ecc. Un caro amico, compagno di studi e poeta, mi ha detto che la cosiddetta “licenza poetica” è per gli artisti la password per aprire tutte le porte. E ha concluso: “Con quella si riesce a far passare dalla parte del torto chi ha ragione; si fanno passare per offesi gli offensori, per cretini chi ragiona, per beghine chi protesta”. Spero che non sia vero. Est modus in rebus!
Non entro tuttavia in merito al lavoro contestato, non avendo visto lo spettacolo se non alcuni spezzoni su YouTube.