“Padre nostro, che sei nei cieli, sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra” (Mt 6, 9-10)
“Ricordo che vedendo il sole, la luna e le stelle, le bellezze della natura dicevo tra me: “chi sarà mai il Padrone di queste belle cose?” e provavo una grande voglia di vederlo, di conoscelo, di prestargli omaggio.” (Santa Madre Giuseppina Bakhita)
Laudato si’ mi’ Signore, per sora luna e per le stelle (S. Francesco)
Gb 42, 5 Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono.
Gn 22, 15 Poi l’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
CCC 59-60 Per riunire tutta l’umanità dispersa, Dio sceglie Abram chiamandolo: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e alla casa di tuo padre”, per fare di lui Abramo (Abraham), vale a dire “il padre di una moltitudine di popoli”: “In te saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Il popolo discendente da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai patriarchi, il popolo dell’elezione, chiamato a preparare la ricomposizione, un giorno, nell’unità della Chiesa, di tutti i figli di Dio; questo popolo sarà la radice su cui verranno innestati i pagani diventati credenti.
Lc 24,46-53 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
Sir 1, 1-10 Ogni sapienza viene dal Signore / e con lui rimane per sempre. /La sabbia del mare, le gocce della pioggia / e i giorni dei secoli chi li potrà contare? / L’altezza del cielo, la distesa della terra / e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? / Chi ha scrutato la sapienza di Dio, / che è prima di ogni cosa? / Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza / e l’intelligenza prudente è da sempre. / Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, / le sue vie sono i comandamenti eterni. / La radice della sapienza a chi fu rivelata? / E le sue sottigliezze chi le conosce? / Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? / La sua grande esperienza chi la comprende? / Uno solo è il sapiente e incute timore, / seduto sopra il suo trono. / Il Signore stesso ha creato la sapienza, / l’ha vista e l’ha misurata, / l’ha effusa su tutte le sue opere, / a ogni mortale l’ha donata con generosità, / l’ha elargita a quelli che lo amano.
Sal 10 Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: / «Fuggi come un passero verso il monte»? / Ecco, gli empi tendono l’arco, / aggiustano la freccia sulla corda / per colpire nel buio i retti di cuore. / Quando sono scosse le fondamenta, / il giusto che cosa può fare? / Ma il Signore nel tempio santo, / il Signore ha il trono nei cieli. /I suoi occhi sono aperti sul mondo, /le sue pupille scrutano ogni uomo. /Il Signore scruta giusti ed empi, /egli odia chi ama la violenza. /Farà piovere sugli empi brace, fuoco e zolfo, /vento bruciante toccherà loro in sorte; /Giusto è il Signore, ama le cose giuste; /gli uomini retti vedranno il suo volto.
Sal 102 Benedici il Signore, anima mia, /quanto è in me benedica il suo santo nome. /Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. / Perché quanto il cielo è alto sulla terra, / così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; /quanto dista l’oriente dall’occidente, / così egli allontana da noi le nostre colpe. / Il Signore ha posto il suo trono nei cieli / e il suo regno dòmina l’universo. / Benedite il Signore, angeli suoi, /potenti esecutori dei suoi comandi.
Gb 38, 1 Il Signore rispose a Giobbe […]: Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno, quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta? Poi gli ho fissato un limite e gli ho messo chiavistello e porte e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde». Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora, perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi? Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato? Hai tu considerato le distese della terra? Dillo, se sai tutto questo! Per quale via si va dove abita la luce e dove hanno dimora le tenebre perché tu le conduca al loro dominio o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa? Certo, tu lo sai, perché allora eri nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande! […] Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione? Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l’Orsa insieme con i suoi figli? Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra?
Mt 18, 1-5 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Mt 18, 10 Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Mt 18, 18 In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
Mt 16, 18-19 «io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Lc 15, 7 “Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.”
At 1, 6-11 Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Salmo 139 Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, gia la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.
Sal 8 O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. Tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari.
Pro 8, 22-31 Così parla la Sapienza di Dio: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità. (Anne Frank )
“Dove ti ho trovato per conoscerti? Sicuramente non eri presente alla mia memoria prima che ti conoscessi. Dove dunque ti ho trovato per conoscerti se non in te al di sopra di me? Ma tale sede non è per nulla un luogo. Ci allontaniamo e ci avviciniamo ad essa, è vero, ma, pur tuttavia, non è assolutamente un luogo. Dovunque ti trovi, o Verità, tu sei al di sopra di tutti quelli che ti interrogano e contemporaneamente rispondi a quanti ti interpellano sulle cose più diverse. Tu rispondi con chiarezza, ma non tutti ti comprendono con chiarezza. Tutti ti interrogano su ciò che cercano, ma non sempre ascoltano quanto cercano. Si dimostra tuo servo migliore non colui che pretende di sentire da te quello che egli vuole, ma che piuttosto vuole quello che ha udito da te. Tardi ti ho amato, o bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì cercavo. Deforme come ero, mi gettavo su queste cose belle che hai creato. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, che non esisterebbero se non fossero in te. Mi hai chiamato, hai gridato, e hai vinto la mia sordità. Hai mandato bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità.” (Sant’Agostino, confessioni)
Lc 10, 18-20 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Gv 3, 1-15 C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Gv 16,7.13 Manderò a voi lo Spirito di verità; egli vi guiderà a tutta la verità.
Gv 17, 21 In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Gv 21,20-25 In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto.
At 1, 15-17. 20-26 In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: “La sua dimora diventi deserta e nessuno vi abiti”, e: “Il suo incarico lo prenda un altro”. Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
“Ecco mio fratello Andrea!” (Papa francesco)
“Dovete uscire dalle vostre comunità: una comunità chiusa in se stessa non è sterile, muore” (Papa francesco)
CIELO – Poiché il Dio di Israele è un Dio salvatore ed ha la sua dimora in cielo, vi è dunque con Ia sua verità, con la sua grazia e fedeltà, vi è per effondere la salvezza sulla terra. Simbolo della presenza sovrana ed avvolgente di Dio, il cielo è pure il simbolo della salvezza preparata alla terra. Dal cielo d’altronde discendono in benedizione la pioggia che rende fertile e la rugiada, espressioni della generosità divina e della sua gratuità. Simboli naturali e ricordi storici convergono per fare della speranza di Israele l’attesa di un evento venuto dal cielo: “Ah! Se tu squarciassi i cieli e discendessi!” (la 63, 19; cfr. 45, 8). Già il rapimento di Enoch (Gen 5, 24) e quello di Elia (2 Re 2, 11) invitavano a cercare in questa direzione la comunione senza fine con Dio, alla quale erano stati ammessi. Dal cielo, dove “sta dinanzi a Dio” (Lc 1, 19), Gabriele è mandato a Zaccaria ed a Maria, ed al cielo ritornano gli angeli venuti a celebrare «la gloria di Dio nel pitù alto dei cieli e la pace sulla terra”, (2, 11-15). La presenza dei suoi angeli in mezzo a noi è segno che Dio ha veramente lacerato i cieli e che egli e Emmanuel, Dio con noi. II cielo è una parola frequente nel linguaggio di Gesù, ma non designa mai una realtà esistente per se stessa, indipendentemente da Dio. Gesù parla del regno dei cieli, della ricompensa riservata nei cieli (Mt 5, 12), del tesoro che si deve costituire nei cieli (6, 20; 19, 21), ma lo fa perche pensa sempre al Padre che e nei cieli (5, 16. 45; 6, 1. 9). che sa, che “è presente, nel segreto, e che vede” (6, 6. 18). II cielo e questa presenza paterna, invisibile ed attenta, che avvolge i mondo, gli uccelli del cielo (6, 26), i giusti e gli ingiusti (5, 45), con la sua inesauribile bontà (7, 11). Ma, allo stato normale, gli uomini sono ciechi a questa presenza; affinché essa diventi una realtà viva e trionfante, affinché venga il regno dei cieli, Gesù è venuto a parlare di ciò che sa, ad attestare ciò che ha visto (Gv 3, 11). Se Gesù viene dal cielo e vi ritorna, se inoltre è vero dire che i cristiani sono già in cielo con lui e il Padre li ha “risuscitati e fatti sedere nei cieli”(Ef 2, 6; cfr. Col 2, 12; 3, 1-4), l’opera di Gesù nondimeno prosegue; essa consiste nell’unire indissolubilmente l *terra al cielo, nel fare in modo che “venga il regno” dei cieli, che la volontà di Dio si faccia in terra come in cielo” (Mt 6, 10), “che tutti gli esseri siano riconciliati per mezzo suo sia in terra che nei cieli (Col 1, 20). Avendo ricevuto alla risurrezione “ogni potere in cielo ed in terra. (Mt 28, 18), essendo penetrato, mediante il sangue del suo sacrificio, nel santuario di Dio, il cielo (Ebr 4, 14; 9, 24): essendo esaltato “più alto dei cieli (7, 26) ed assiso alla destra di Dio, egli ha suggellato tra la terra e il cielo la nuova alleanza (9, 25), ed affida alla sua Chiesa il suo potere, ratificando in cielo gli atti che essa compie sulla terra (Mt 16, 19; 18, 19). Di questa riconciliazione compiuta da Gesù ci sono dati dei segni. Su di lui si sono aperti i cieli (Mt 3, 16), è disceso lo Spirito di Dio (Gv 1, 32); a loro volta i suoi hanno conosciuto questa esperienza: in un gran rumore (Atti 2, 2), in una luce (Atti 9, 3), in una visione (10, 11), il cielo si è aperto su di essi ed e disceso lo Spirito. Cristo ha mantenuto la sua promessa: “Vedrete il cielo aperto… sul figlio dell’uomo” (Gv 1, 51). (Dal Dizionario Biblico Doufour)
Mt 18, 19-20 In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Gn 17, 20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». […]Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.
Es 20, 5-6 Io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
La prima sfida consiste nel contestare un falso concetto di autonomia dell’uomo: l’uomo dovrebbe svilupparsi solo da se stesso, senza imposizioni da parte di altri, i quali potrebbero assistere il suo autosviluppo, ma non entrare in questo sviluppo. In realtà, è essenziale per la persona umana il fatto che diventa se stessa solo dall’altro, l’“io” diventa se stesso solo dal “tu” e dal “voi”, è creato per il dialogo, per la comunione sincronica e diacronica. E solo l’incontro con il “tu” e con il “noi” apre l’“io” a se stesso. Quindi un primo punto mi sembra questo: superare questa falsa idea di autonomia dell’uomo, come un “io” completo in se stesso, mentre diventa “io” anche nell’incontro collettivo con il “tu” e con il “noi”. Questo compito necessita di luoghi credibili: anzitutto la famiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinunciabile; la scuola, orizzonte comune al di là delle opzioni ideologiche; la parrocchia, “fontana del villaggio”, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane. (Educare alla vita buona del Vangelo, Benedetto XVI)
1) Guardando il cielo, quanto lo vedi staccato da te? Riesci a sentire che sei un tutt’uno con esso, o la tua vita quotidiana si svolge come fosse lontano?
2) Lui ha creato tutto per te, ma anche per gli altri, TUTTI gli altri. Cristo è morto per te ma anche per gli altri, TUTTI gli altri. Quanto ti influenza questo, e quanto invece vivi come se fossi solo tu il destinatario di tutto?