
7. LA RINASCITA IN CRISTO
1.“Il dono più grande che potete fare alla Chiesa e al mondo è la santità”. (Incontro Nazionale dell’Azione Cattolica, Loreto il 5 settembre 2004) 2. “La vocazione alla santità affonda le sue radici nel Battesimo e viene riproposta dagli altri Sacramenti, principalmente dall’Eucaristia: rivestiti di Gesù Cristo e abbeverati dal suo Spirito, i cristiani sono «santi» e sono, perciò, abilitati e impegnati a manifestare la santità del loro essere nella santità di tutto il loro operare. La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santificazione (cf. Rom 6, 22; Gal 5, 22), suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo, nell’accoglienza delle sue Beatitudini, nell’ascolto e nella meditazione della Parola di Dio, nella consapevole e attiva partecipazione alla vita liturgica e sacramentale della Chiesa, nella preghiera individuale, familiare e comunitaria, nella fame e nella sete di giustizia, nella pratica del comandamento dell’amore in tutte le circostanze della vita e nel servizio ai fratelli, specialmente se piccoli, poveri e sofferenti “. ( Enciclica Christifideles laici, 30.121988) 3. “Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino..…A voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno”. (GMG 2000 Roma) 4.“La nostra salvezza non sta in una formula, ma in una persona. E’ il nostro rapporto con Cristo, è vivere della Sua vita che ci è donata attraverso la Parola di Dio e i sacramenti. Se Lui è il Figlio di Dio fatto uomo, il nostro atteggiamento non può che essere l’unione, l’assimilazione a Cristo”. ( Enciclica Novo Millennium Ineunte)
Il 1 maggio 2011 Papa Giovanni Paolo II è stato beatificato e verrà proclamato Santo il prossimo aprile. Il suo pontificato è durato 26 anni e già il giorno della sua morte risuonava da ogni parte del mondo l’affermazione “ Santo subito”. Al di là dell’affetto e della stima profonda che sta dietro a questa frase, la Chiesa ha accolto la richiesta del mondo intero di iniziare il processo di beatificazione di Giovanni Paolo 2 che porta alla proclamazione della sua santità, per la volontà di far circolare i valori che questo Papa ha incarnato e l’insegnamento che ha lasciato e, soprattutto, per donare agli uomini un altro esempio di vita santa su cui riflettere e dalla quale farsi ispirare.
Le reliquie che i fedeli da tutto il mondo hanno iniziato a richiedere e che oggi sono qui in questa Chiesa rappresentano questa volontà. Esse sono il segno storico e concreto della presenza del Santo in mezzo agli uomini e non deve essergli riconosciuta nessuna sorta di potere magico: sono piuttosto un richiamo a meditare continuamente su quello che Giovanni Paolo II ha predicato ed incarnato. Due atteggiamenti di Papa Giovanni Paolo II in particolare sono stati riconosciuti dalla Chiesa quale testimonianza della sua santità : LA FEDE NELLA PRESENZA DI DIO NELLA STORIA e LO SPIRITO MISSIONARIO. Egli infatti ha manifestato con la sua vita quello che non si è mai stancato di affermare nelle sue omelie e nei suo scritti a proposito della sanità. Per il Papa essere santi significa prima di tutto appartenere a Dio ed è con il battesimo, ci dice Giovanni Paolo II, che Dio entra dentro di noi, ci rigenera e ci dona la grazia per realizzare questa santità. Tutti, secondo il Papa, dovremmo aspirare con gioia alla vita santa, perché è lo stesso Gesù che è l’amore vivo ad invitarci. È Lui che dice ai noi: «chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto perché senza di me non potete far nulla». Ci invita a “rimanere” nel suo amore, noi che siamo poveri, fragili, insignificanti, veniamo attraversati dalla vita divina che ci fa uomini forti, discepoli docili, testimoni santi, capaci di ogni bene, ripieni di gioia che consola, portatori della speranza che conquista. La cosa più importante che Giovanni Paolo II ci insegna, quindi è che tutti possono essere santi, perché tutti quelli attraversati da Dio possono esserlo. Per questo è nostro compito realizzare la santità, che non significa fare qualcosa di straordinario, ma significa manifestare e testimoniare Cristo nella vita di tutti i giorni. Questo impegno riguarda tutti i cristiani, laici e non, perché in quanto figli, tutti, indifferentemente, siamo chiamati ad assomigliare al Padre. Ed è questo che Giovanni Paolo II ha più volte sostenuto: di seguire, conoscere ed imitare Gesù . Il Papa ha esortato soprattutto i giovani con queste parole: “ E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
(Canto) Ditemi è vero
ditemi e’ vero? veramente e’ accaduto
ditemi e’ vero? voi lo avete veduto
ditemi e’ vero? cio’ che avete annunciato
ditemi e’ vero? voi che avete creduto
ditemi e’ vero? che l’uomo non e’ perduto
che le sue mani il cielo hanno toccato
ditemi e’ vero? che dio tra noi e’ venuto
e l’uomo dall’alto e’ rinato
DITEMI E’ VERO? CHE GESU’ E’ RISORTO
CHI CON LUI MUORE NASCE A
NUOVA VITA
CHI CON LUI VIVE AMA CANTA E CAMMINA
SULLA SUA STRADA NIENTE PIU’ E’ COME PRIMA
ditemi e’ vero? che il cieco ci vede
ditemi e’ vero? che il sordo ora sente
ditemi e’ vero? che lo zoppo e’ guarito
ditemi è vero che il muto urla di gioia
ditemi e’ vero? che l’uomo non e’ perduto
che le sue mani il cielo hanno toccato
ditemi e’ vero? che dio tra noi e’ venuto
e l’uomo dall’alto e’ rinato
“Santità vuol dire essere superiori a noi istessi, vuol dire vittoria perfetta di tutte le nostre passioni: vuol dire disprezzare veramente e costantemente noi stessi e le cose del mondo fino a preferire la povertà alle ricchezze, l’umiliazione alla gloria, il dolore al piacere.” “La santità è amare il prossimo come noi istessi e per amore di Dio. La santità, su questo punto, è amare fino a chi maledice, ci odia, ci perseguita, anzi persino a fargli del bene. La santità è vivere umili, disinteressati, prudenti, giusti, pazienti, caritatevoli, casti, mansueti, laboriosi, osservatori dei propri doveri non per altro fine se non di piacere a Dio, e per riceverne da lui solo la meritata ricompensa. La santità ha in sé la virtù di trasformare, secondo il linguaggio dei sacri libri, l’uomo in Dio.” Le angustie cui deve andar soggetta dovranno sorpassare di gran lunga le presenti e le passate, ma si tenga fortunata di questa grazia, cui Gesù è per elevarla. Questa è la via, per cui Gesù conduce le anime forti. Qui imparerà meglio a conoscere qual è la vera nostra patria ed a riguardare questa vita come breve pellegrinaggio. Qui ella imparerà ad elevarsi su tutte le cose create ed a mettersi il mondo sotto i piedi. Vi attingerà una forza ammirabile per portare una croce che è assai grave per un’anima tutta di Dio, cioè la noia ed il supremo fastidio che tutto ispira quaggiù. Lode e benedizioni a questo Dio di bontà!. ( Ep.II, 542-545)
“Voi siete gli eredi di Padre Pio e l’eredità che vi ha lasciato è la santità.” Con queste parole Papa Benedetto XVI si è rivolto ai frati durante un’omelia, tenutasi in occasione di una visita pastorale a San Giovanni Rotondo. Ed effettivamente, non c’è nulla di più vero, l’eredità di Padre Pio non ha nulla di materiale. L’eredità di Padre Pio, la più vera, la più evidente, è la santità. La sua testimonianza costituisce uno straordinario modello di vita santa, di straordinaria santità; egli ha ripresentato l’amore crocifisso, vivendolo in prima persona, attraverso una partecipazione vera, intima e profonda alla passione . “È il rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore Gesù Cristo”. Anche Giovanni Paolo II a questo riguardo affermò che in Padre Pio il desiderio di imitare Cristo crocifisso fu particolarmente vivo. Egli era epifania dell’amore crocifisso, una grande manifestazione di quella croce che è il centro e il senso della vita di ogni cristiano. Ed è proprio questa comunione indissolubile e profonda con Dio ad essere alla base della cosiddetta straordinaria santità dell’umile frate del Gargano. Egli infatti a differenza degli altri santi operava segni e prodigi non in nome di Gesù ma perché Gesù stesso personalmente li realizzava. Infatti, se Padre Pio fosse stato investito del potere di fare i miracoli, avrebbe tante volte ringraziato Dio per questo dono. Egli invece rimaneva indifferente, come se fossero cose che non riguardavano lui. Era talmente unito con Dio che non si accorgeva di operare insieme con lui. “non sono io che vivo, ma Cristo vive in me”, diceva San Paolo. A questo proposito risulta emblematico ciò che scrive padre Pio al suo Padre spirituale, egli asserisce che la sua anima tende a Dio solo, è tutta raccolta e concentrata in Dio, per cui tutte le facoltà si portano spontaneamente a Dio, senza avvedersene che opera per lui. E quello che più lo stupisce è che la sua anima non avverte questo moto verso Dio. La vita di San Pio aveva come perni fondanti la preghiera e la carità, unica via per la santità. Essi sono strumenti importantissimi perché consentono di ascoltare Cristo e compiere la volontà di Dio. San Pio definisce la preghiera come un incontro raccolto e prolungato con Dio; raccolto perché libero dalle preoccupazioni e delle contingenze delle nostre realtà quotidiane e prolungato in quanto ha bisogno del suo tempo, essendo un atto d’amore la preghiera non può essere confinata entro limiti temporali angusti. La preghiera è indissolubilmente legata alla carità intesa nella sua originaria accezione come amore disinteressato ovvero indipendente dal valore della persona. Prega chi ama Dio e non chi dice delle parole a Dio. Per chi ama Dio tutto diventa preghiera, perché in ogni momento il pensiero va all’Amato, a Colui che cerca e desidera: tutte le occasioni sono buone per vivere questo amore. Quindi la preghiera e la carità intrecciati l’uno all’altro come due aspetti della stessa questione, non possono che trasformare l’individuo renderlo altro da colui che era prima dell’incontro con Dio. Questo è il senso ultimo delle parole di san Pio tratte dai suoi scritti “La santità ha in sé la virtù di trasformare [...] l’uomo in Dio”. Il santo di Pietralcina, durante tutta la sua vita, aveva particolarmente a cuore la conversione della gente, il ritorno a Dio. La santità infatti non è solo per alcuni pochi prescelti, la santità è di ogni battezzato, è ciò a cui tutti i cristiani sono chiamati.
(Canto) Sono risorto
Sono risorto e sono sempre con te. ALLELUIA.
Hai posto la tua mano su di me. ALLELUIA
grande e mirabile è la tua sapienza.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA.
Ti rendo grazie, m’hai esaudito, ALLELUIA
perché sei stato la mia salvezza; ALLELUIA
hai provato il tuo servo, ma lo hai liberato.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA.
Camminerò davanti al Signore, ALLELUIA m’ha liberato dalla morte. ALLELUIA Il Signore ha spezzato tutte le mie catene.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA (2v)