Dal 30 settembre al 14 ottobre 2023 sarà presente presso la nostra Basilica la Madonna pellegrina di Fatima; prepariamo gli animi e i cuori per accogliere questo dono.
A questo link si può scaricare il programma completo in pdf di tutte le iniziative che si svolgeranno in questi giorni così particolari, ricordando con le parole di Don Bosco, riferite a Maria: “ha fatto tutto Lei”.
Domenica 11 giugno celebreremo con particolare solennità la festa del Corpus Domini, dono del Suo corpo che il Signore ci ha fatto.
Inizieremo dalla S. Messa vespertina a cui seguirà un concerto di organo solo, tenuto dal M° Alessandro Capitani. Subito dopo avrà inizio l’Adorazione Eucaristica fino alle 23.
Dopo la S. Messa delle ore 11 (celebrata da S.E.Rev. Cardinal Robert Sarah, titolare della Basilica) ci sarà all’interno della Basilica la processione del Santissimo Sacramento, con la benedizione finale al quartiere sul pronao della Chiesa.
Il “tempo ordinario” è un tempo liturgico un pò particolare: apparentemente “noioso”, ordinario appunto, molto lungo, sembra un pò un riempitivo tra i restanti tempi forti dell’anno: Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua. Quasi come i giorni feriali tra due domeniche. Ma la Chiesa, che è madre e non fa mai nulla a caso, non poteva fare un tempo “di riempimento”. E infatti non lo è.
Il “tempo ordinario”, detto nei libri latini “per annum”, è un tempo importantissimo, perchè, appunto, è ordinario, ma non nel senso di banale, quanto di quotidiano. L’anno liturgico rispecchia la nostra vita: ci sono dei momenti di “luce” (il Natale), che riusciamo ad accogliere solo se ne sentiamo la mancanza (l’Avvento), poi questa luce illumina le nostre cose (la Quaresima) fino a purificarle e a farle nuove (la Pasqua e la Pentecoste). E il resto? Il resto è il tempo “normale”, quello in cui si svolge realmente la nostra vita, e dove si svolge e costruisce realmente il Regno di Dio e il nostro essere uomini e donne a immagine e somiglianza di Dio.
Mentre i tempi forti sono tempi “pedagogici”, cioè mirano a risvegliare un determinato aspetto della nostra fede nella nostra vita, il tempo ordinario invece venera il mistero di Cristo nella sua globalità, nello svolgersi della vita nuova illuminata dallo Spirito Santo. Perchè l’anno liturgico non è un compito ecclesiastico, ma è una persona, Gesù Cristo, presente come memoria, presenza e profezia.
Le trentatrè (a volte trentaquattro) settimane del tempo ordinario, divise in due tempi, “post epifania” e “post pentecoste”, non celebrano nulla di particolare, se non la Pasqua di Cristo nella normalità. Questo tempo spezza l’idea che l’Anno Liturgico sia un semplice itinerario catechistico, ma rende la celebrazione della Pasqua ogni domenica il centro e il fulcro dell’esperienza cristiana, nell’accogliere l’amore di Cristo che si esprime nella comunità cristiana, dalla creazione fino alla fine dei tempi. Il centro, quindi, rimane il mistero pasquale, che si può evincere chiaramente dai prefazi domenicali.
Se celebrando la «liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste», come insegna SC 8, e praticando il vangelo della carità entriamo nell’ordine della santità, vivendo il riposo domenicale come segno della libertà
pasquale con cui Cristo ci ha liberati entriamo nell’ordine della profezia: la libertà dalle cose, affrancando dalla schiavitù del “fare”, svela il vero significato di ogni attività, relazionandola all’attesa escatologica dell’essere. In questo senso la domenica, «il primo giorno della settimana» è anche «l’ottavo giorno»: il giorno ultimo, l’anticipo del nostro futuro, del tempo in cui saremo senza tempo.
Anche nelle letture, l’assemblea è portata a seguire Cristo dalla sua prima manifestazione (con il natale – epifania) all’attesa della seconda (Avvento dell’anno successivo). Questa nuova impostazione deriva dal Concilio Vaticano II,
Il lezionario domenicale è organizzato secondo due criteri : la lettura semicontinua della Scrittura per il vangelo e la seconda lettura, e la lettura tematica della Scrittura, per il collegamento creato tra prima lettura (antico testamento) e brano del vangelo. La seconda domenica prolunga l’epifania, facendo leggere due brani di Giovanni (anni A e B) che parlano della manifestazione di Cristo ai discepoli e dal brano epifanico delle nozze di Cana (anno C). Poi dalla III domenica comincia la lettura dei vangeli sinottici.
Nei giorni feriali, infine, la ricchezza delle possibilità offerte dal Messale fa si che sia l’azione pastorale della Chiesa, sia la vita dell’uomo vengono inseriti dentro l’eucaristia e illuminati dal mistero pasquale. Anche l’eucaristia feriale del Tempo ordinario può quindi diventare scuola di alta spiritualità.
Per ultimo, ma non meno importante, nel tempo ordinario si celebrano delle feste che simboleggiamo proprio questo svolgersi di Cristo nella storia continua: la solennità della SS. Trinità, del Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini è ormai limitante), del SS. Cuore di Gesù, della Trasfigurazione del Signore, di Gesù Cristo Re dell’Universo, nonchè varie festa della Vergine Maria, tra cui spicca l’Assunzione di Maria (15 agosto).
La Pasqua è la festa fondamentale del culto cristiano: tutto l’anno liturgico trae da essa l’origine. La singolarità del mistero pasquale non sta nel fatto che Gesù ha compiuto un’opera straordinariamente grande e sovrumana, ma nell’aver assunto le esperienze più profonde dell’uomo e nell’averle vissute e “patite” al modo degli uomini, e in obbedienza a Dio. Quindi la festa pasquale in origine non intendeva celebrare solo la risurrezione, ma la globalità del mistero di Cristo morto, sepolto, risorto, asceso al cielo.
Nelle varie domeniche, le tre letture non sono coordinate tematicamente, ma offrono ogni anno tre itinerari paralleli che a tratti si intersecano e si richiamano.
Lo schema è il seguente:
- DOMENICA DELLA RISURREZIONE: L’annuncio alle Donne, a Pietro e a Giovanni
- DOMENICA II e III: Le domeniche delle apparizioni
- DOMENICA IV: La domenica del buon pastore
- DOEMNICA V e VI: le domeniche dell’addio
- ASCENSIONE – Il risorto siede alla destra del Padre
- PENTECOSTE – Il risorto manda lo Spirito Santo
La celebrazione dell’Eucarestia nel tempo Pasquale racchiude due delle tre grandi veglie dell’anno liturgico: quella della notte di Pasqua e quella di Pentecoste. Esse non “ripetono” la celebrazione del giorno, ma la anticipano, la preparano e la vivono nel tempo di attesa, il tempo della notte.
Le sette settimane del tempo di Pasqua, il più lungo tra i tempi forti, indicano pienezza, compimento, perfezione. Le otto domeniche ci fanno comprendere come il Signore morto, sepolto, risorto, asceso al cielo che manda lo Spirito sulla Chiesa nascente, sia il compimento e la pienezza delle opere di Dio. I cinquanta giorni della pasqua sono un pezzo di vita eterna nel tempo. Per questo il tempo pasquale è come una “unica grande domenica”.
Nell’ascensione, abbiamo ora la certezza che con il Signore crocifisso e innalzato sopra ogni creatura, questo progetto di Dio non è illusione, ma verità: «Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell’universo,non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria»
Con la Pentecoste, abbiamo il primo dono di Gesù dopo la risurrezione: lo Spirito Santo, che ci porta in una mentalità nuova intorno alla vita, e che ci riunisce in un cielo nuovo e una terra nuova, nella Chiesa, tramite i sacramenti. Sono essi che generano la vita cristiana, non l’inverso. Non a caso, subito dopo la Pentecoste c’è la festa del Corpo e Sangue di Cristo.
“Quaranta giorni in preparazione alla Pasqua”. Questa la definizione di Quaresima, che anche i più lontani conoscono. Quaranta giorni per arrivare a “a una vita rinnovata a immagine del Signore che risorge”. Il Tempo di Quaresima quindi è un cammino, un vero “itinerario battesimale, nel senso che aiuta a mantenere desta la consapevolezza che l’essere cristiani si realizza sempre come un nuovo diventare cristiani: non è mai una storia conclusa che sta alle nostre spalle, ma un cammino che esige sempre un esercizio nuovo”. (Benedetto XVI )
La Quaresima decorre dal mercoledì dalle Ceneri fino alla Messa “in Cena Domini” del Giovedì santo esclusa. In questo modo, il Tempo quaresimale è distinto dal Triduo pasquale. Inoltre, nel computo dei 40 giorni non entrano le domeniche, che sono e rimangono celebrazioni della Pasqua del Signore.
“Poiché gli impegni, gli affanni e le preoccupazioni ci fanno ricadere nell’abitudine, ci espongono al rischio di dimenticare quanto straordinaria sia l’avventura nella quale Gesù ci ha coinvolti, abbiamo bisogno, ogni giorno, di iniziare nuovamente il nostro esigente itinerario di vita evangelica, rientrando in noi stessi mediante pause ristoratrici dello spirito”. “Con l’antico rito dell’imposizione delle ceneri, la Chiesa ci introduce nella Quaresima come in un grande ritiro spirituale di quaranta giorni”, che vuole rafforzare la preghiera e il sentimento dei fedeli e ricordare le sofferenze e il sacrificio di Gesù verso l’uomo.
Entrando nel tempo battesimale la liturgia ci invita a rinnovare e ravvivare il nostro cuore le disposizioni con cui durante la Veglia pasquale pronunzieremo di nuovo le promesse del nostro Battesimo.
Un grande ritiro
Tutta la Quaresima è il tempo privilegiato della conversione, del combattimento spirituale, del digiuno medicinale e caritativo. La Quaresima è anche e soprattutto tempo di ascolto della Parola, di una catechesi più approfondita, che richiama i cristiani ai grandi impegni battesimali in preparazione alla Pasqua. Battezzati nella morte e risurrezione di Cristo, viviamo secondo una morale da battezzati, seguendo non una legge astratta, ma l’esempio di Cristo, in obbedienza al Padre.
I tre cicli festivi annuali invitano a riflettere su tre temi fondamentali: il battesimo (anno A), l’alleanza (anno B) e la conversione (anno C), perché “tutti coloro che riceveranno il Battesimo, sepolti insieme con Cristo nella morte, con lui risorgano alla vita immortale” (preghiera di benedizione dell’acqua nella Veglia pasquale). Per questo sono 40 i giorni: perchè è un cammino “compiuto”, un tempo “completo” per fare questo percorso. Il numero 40 nella Bibbia ha sempre significato un tempo completo, in cui si esce diversi da come si è entrati.
Per aiutarci in questo cammino, molto presto questo tempo prese la forma della preparazione penitenziale alla celebrazione della morte-risurrezione di Gesù. Il digiuno osservato durante questi giorni non era che una estensione al lunedì, al martedì e al giovedì, del digiuno osservato durante tutto l’anno, al mercoledì e al venerdì; a Roma vi si aggiungeva il Sabato.
La quaresima incomincia con il rito dell’imposizione delle ceneri. Questo rito, segno di dolore e di penitenza, è abbondantemente,attestato nell’Antico Testamento (cf.Gs 7,6; 2Sam13,19; Ez 27,30; Gb 2,12 e 42,6; Gio 3,6; Est 4,3…). I primi cristiani avevano sovente adottato questo uso in privato, senza alcuna connotazione liturgica. Si tratta di un uso renano che passe nel XII secolo nel pontificale romano.
La benedizione e l’imposizione delle Ceneri hanno luogo al termine della liturgia della Parola, tanto nel caso in cui questa sia seguita quanto nel caso in cui non sia seguita dall’eucaristia. Si tratta di una vera celebrazione penitenziale. L’imposizione delle ceneri si faceva con la formula “ricordati che sei polvere” (cf. Gn 3,19). Ora si pub dire: “convertitevi e credete al vangelo”(Mc 1,15). I’accento è dunque messo sull’appello alla conversione più che sulla considerazione del carattere mortale dell’uomo.
LA TEOLOGIA DELLA QUARESIMA
La Pasqua celebra il tutto della redenzione: dal disegno divino di salvare tutta l’umanità fino alla realtà presente della vita sacramentale della chiesa, passando per la creazione del mondo, l’elezione di Israele,le profezie e i riti sacri del sacerdozio ebraico, come anche la pienezza dell’Opera della salvezza con l’incarnazione, la passione e la glorificazione di Cristo.
Poiché la Pasqua e la celebrazione piena di tutta l’azione salvifica di Dio, essa produce nella chiesa una purificazione e una santificazione che non si possono attendere da nessun’altra celebrazione. Ma nello stesso tempo, a causa di questa eccellenza, essa esige una preparazione ascetica: la quaresima. Tutta l’ascesi quaresimale e destinata a predisporre l’anima dei cristiani a ricevere con il massimo di pienezza il sacramento o il mistero pasquale. Quando la chiesa parla di questo grande Paschale sacramentum, non vi include soltanto la morte-risurrezione di Cristo e il dono dello Spirito, ma anche la quaresima come segno del primo versante del mistero pasquale.
In realtà, ogni azione sacra compiuta dalla comunità cristiana, riunita nell’assemblea liturgica, è “sacramento”, cioé segno espressivo di questa realtà sacra, operata da Dio in rapporto con la continuazione degli avvenimenti salvifici realizzati in Cristo. La quaresima, dunque, nell’insieme di parole che annunciano gli avvenimenti della salvezza, di riti e di pratiche ascetiche, e un grande segno sacramentale, attraverso il quale la chiesa partecipa, nella fede-conversione, al mistero di Cristo che, per noi, fa l’esperienza del deserto, del digiuno ed esce vincitore dalle tentazioni, abbracciando la via del messianismo del servo umile e sofferente. La quaresima,di conseguenza, ha un carattere cristico sacramentale-ecclesiale, perché e una celebrazione liturgica e, come tale, e azione di Cristo e della chiesa sua sposa.
La quaresima non è dunque un residuo archeologico di pratiche ascetiche d’altri tempi, ma il tempo di una viva esperienza di partecipazione al mistero pasquale di Cristo: “prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Rrn 8,17).E’ questa la legge della quaresima. Da qui il Suo carattere sacramentale: un tempo durante il quale il Cristo purifica la chiesa, sua sposa. l’accento e dunque messo non tanto sulle pratiche ascetiche, ma sull’azione purificatrice e santificatrice del Signore. Le opere penitenziali sono il segno della nostra partecipazione al mistero di Cristo che per noi fa il suo digiuno nel deserto.
La chiesa, all’inizio di ogni quaresima, ha coscienza che il Signore stesso da efficacia alla penitenza dei suoi fedeli. Una tale penitenza comporta allora un valore liturgico, vale a dire che essa costituisce un’azione di Cristo e della sua chiesa. Da qui la grande convocazione di tutta la chiesa affinché essa si lasci purificare dal suo Sposo.
Dalla teologia quaresimale si può cosi dedurre una tipica spiritualità pasquale penitenziale ed ecclesiale. Ne risulta che la pratica della penitenza non deve essere soltanto interiore e individuale, ma deve essere anche esteriore e comunitaria, e caratterizzata dagli aspetti seguenti:
a) il rifiuto del peccato come offesa a Dio (la”morte al peccato”);
b) la partecipazione di tutti all’azione di penitenza;
c) la preghiera per i peccatori (cf. SC 109-110).
In definitiva, la quaresima e un tempo favorevole alla riscoperta e all’approfondimento dell’autentico spirito del “discepolo di Cristo”. Gesti non si fa conoscere “dal di fuori”, ma nella partecipazione, nella “condivisione”” della sua vita. La quaresima diviene così una scuola vitale di purificazione e di illuminazione, perché si viva di queste parole di Gesù ripetute al momento dell’imposizione delle ceneri: “convertitevi e credete al vangelo”. Questa è la sostanza della spiritualità quaresimale.
I mezzi suggeriti per pervenirvi sono gli stessi che abbiamo segnalato più sopra:
a) l’ascolto più profondo della parola di Dio;
b) la preghiera più intensa e prolungata;
c) il digiuno;
d) le opere di carità (cf. SC 109-110).
La pastorale deve anche essere creativa per attualizzare queste opere tipiche della quaresima (preghiera, digiuno, carità) adattandole alla sensibilità dell’uomo contemporaneo.
Mercoledì 22 Febbraio inizia il tempo forte della Quaresima con il Mercoledì delle ceneri, giorno di penitenza e digiuno nella Chiesa Universale. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato.
Nella nostra Parrocchia le Sante Messe saranno celebrate al mattino alle 07.30 e alle 09.00; alla sera, alle ore 18.00 e alle ore 20.00. Alle ore 18.00 con la Stazione Quaresimale nel sagrato della Basilica: ci avvieremo processionalmente verso la Parrocchia per la Liturgia Eucaristica con il rito dell’imposizione delle Ceneri.
Inoltre, come potete leggere dal sussidio scaricabile qui:
a) il mercoledì come giorno formativo attraverso gli incontri sulle “10 Parole” che si tengono in auditorium, entrando da Viale dei Salesiani 7 alle ore 21.00;
b) il giovedì con la proposta di “visioni e riflessioni” che si svolgerà nel nostro Centro Culturale Salesiano in Viale dei Salesiani 19/A alle ore 19.45;
c) il venerdì “UNO”: giorno penitenziale in cui la Comunità parrocchiale si raccoglie per un forte momento di preghiera con:
° la Via Crucis, alle ore 09.45 e alle ore 18.30;
° la preghiera del Rosario con i misteri dolorosi alle ore 18.00;
° la Via Crucis pomeridiana, alle ore 18.30;
° i Vespri alle ore 19.30;
° la Messa “Salta Cena” alle ore 20.00, dove tutti i gruppi, movimenti, associazioni, famiglie, si ritrovano attorno all’Eucaristia per un cammino di comunione;
d) il sabato con la proposta dell’Adorazione Eucaristica, la sera dopo la santa messa delle 18.30;
d) la domenica con la Lectio Divina alle ore 17.00, per vivere il cammino sinodale.
Rispondendo all’accorato appello di Papa Francesco dove così si esprime: “Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno” e all’invito del Cardinale Vicario, venerdì 24 febbraio la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per pregare davanti al SS. Sacramento, per implorare dal Signore il dono della pace e rafforzare le nostre azioni di operatori di pace ad un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina. Ognuno si riservi tempo, silenzio adorante e digiuno.
Altri appuntamenti e impegni di carità sono inseriti nel fascicolo, vi prego di leggerli con attenzione e poter così scegliere quei momenti spirituali e di formazione per la vostra vita cristiana.