
Avete inteso che si dice?
La maggior parte dei bambini coinvolti nell’accattonaggioappartiene a comunità nomadi Rom di origine
slava, per lo più stanziali in Italia.
Accanto a questi si registra, soprattutto al Nord, l’impiego di bimbi marocchini, romeni e albanesi. A differenza dei Rom, i minori di etnia albanese e rumena vengono affidati dalle proprie famiglie ad organizzazioni criminali, per lo più di origine balcanica, che si occupano della loro collocazione in Italia.
I bambini Rom, invece, sono sfruttati dalle stesse famiglie che, spesso, li “scambiano” fra loro. Accade frequentemente, infatti, che la famiglia di un bambino più volte fermato dalla Polizia, lo rapisca per “affidarlo” ad una comunità di un’altra città, in cambio di un altro minore. In tal modo, è facile perdere le tracce del bambino ed eludere gli interventi delle Istituzioni.
I minori per i nomadi, sono una fonte inesauribile di guadagno. Si calcola che l’attività di accattonaggio può portare ad un guadagno anche di 100 euro giornalieri, che possono lievitare se i bambini vengono impiegati in attività criminali come piccoli furti o borseggi.
(dal sito web della Polizia di Stato – Sezione minori)
MA IO VI DICO…
Gli domandarono: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità… chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare… Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. » (Mt 18,1-11)