Nella nozione di tempo libero è implicito sia il concetto di tempo ”libero dal lavoro” sia quello, complementare, di tempo ”totalmente disponibile” e ”liberamente fruibile”: fruibile per attività alternative alle obbligazioni sociali del lavoro. I concetti limite che simbolizzano la massima divergenza tra questi due tipi di tempo sono lavoro e gioco.
J. Laloup7 fornisce alcune indicazioni importanti per la concezione cristiana del tempo libero:
“Il tempo libero sta creando un nuovo homo faber. Milioni di uomini si orientano verso attività di natura professionale prive tuttavia dell’attuale carattere restrittivo (…) il tempo libero sta creando un nuovo homo ludens. (…) diffonde il gusto della vita ricreativa. Il tempo libero sta creando un nuovo homo somnians (…) il tempo libero sta creando un nuovo homo socius, (…) riunendo la persona alla vita ed alla cultura collettiva (…). D’atra parte il tempo libero genera il meglio e il peggio inevitabilmente confusi. Lo svago, preso nel suo insieme, è profondamente equivoco; costituisce, infatti, un campo, o meglio un’opera e un’iniziativa, che esige un’accurata sorveglianza per evitare mali sconosciuti in epoche precedenti.
La riequilibrazione necessità-libertà non coincide con la meccanica contrapposizione tra tempo occupato (lavoro) e tempo libero (svago), ma con uno sviluppo integrale della persona umana. Non si tratta di far coincidere lavoro e tempo libero, o superare hic et nunc la contraddizione tra le diverse attività dell’uomo, ma di trovare profondi e diversi significati all’agire umano dotato di senso.
“Lo svago non può essere concepito come libertà assoluta ma deve rispondere agli imperativi di una vocazione personale”; l’uomo è artefice degli atti e delle loro conseguenze, l’uomo dello svago è responsabile delle intenzioni , degli atti e delle conseguenze volute o permesse dal proprio svago. Se la libertà di scelta è maggiore nello svago piuttosto che nel lavoro, lo svago esige maggiore libertà .. che viene definita la facoltà di creare se stessi”8.
Continuando tale linea si afferma che l’ozio non può trovare una compiuta realizzazione nella dimensione terrena, ma si esalta nella riscoperta del significato trascendente della vita, nella contemplazione della beatitudine divina, nella pratica dei sacramenti e nel rispetto del magistero cristiano. Lo svago viene ammesso solo se contenga sempre un riferimento agli altri; non può essere una forma egoista e non deve soffocare la vocazione individuale, contro ogni forma di gregarismo o di oppressione sociale. Quindi è rigettata la visione marxista (collettivo-assoluta) e quella liberale (individuale-assoluta).
Laloup conclude il suo pensiero dicendo che la società cristiana , in quanto volta al trascendente, non trascura l’educazione alla ricreazione e allo svago, ma la collega ad un concreto agire dell’uomo in funzione della fratellanza e della salvezza. L’uomo non deve vivere confondendo i mezzi del suo agire terreno (il lavoro, la cultura, il gioco) con le finalità che attraverso essi può perseguire (la fratellanza e la salvezza).
Come viviamo il tempo libero in prospettiva della realizzazione della propria vocazione?
Il tempo libero mette in campo la scelta, come investiamo attraverso la libertà le nostre capacità intellettive?
Il tempo libero crea relazioni con i nostri amici, come possiamo educarci alla “comunione” e allo “condivisione”?
Come realizzare un rapporto vitale tra tempo dello studio e tempo libero?
Come la pastorale universitaria deve proporre iniziative di tempo libero, in particolare dello sport, della musica, del cinema, degli itinerari culturali…?