Caro sig. parroco,
[…] A questo punto le chiedo: che cosa ne dice lei del gioco d’azzardo, delle slot-machine e diavolerie del genere? […]. È meglio inoltre che non le racconti la tragedia della mia famiglia. Del resto se la può immaginare. Nella mia città molti commercianti da tempo insistono per poter istallare nei loro negozi delle slot-machine […]
Lettera firmata
Cara signora,
il gioco d’azzardo è, per l’appunto, un azzardo. L’enciclopedia Treccani spiega così il vocabolo: “mettere a rischio il proprio patrimonio”. Io mi permetterei di aggiungere “e anche il proprio matrimonio!”. Ovviamente non sono d’accordo con quei commercianti che chiedono insistentemente di poter istallare delle slot-machine, e men che meno con quei comuni che chiedono di costruire un “casinò”. Domande che non hanno nulla a che vedere con la salute pubblica, la moralità, e nemmeno con il divertimento: certe richieste sono fatte solo ed esclusivamente nel nome del dio/quattrino. Siamo, purtroppo, intrappolati da questo infido dio che domina la vita, ottunde il cervello, cancella le coscienze e svuota il portafogli con il perfido giochetto del colpo di fortuna, possibile, anzi quasi certo prima o poi… Come salvarsi? È un rebus. Occorrerebbe, ancora una volta, l’educazione preventiva di cui tutti parlano ma resta una chimera. Un tempo esisteva l’educazione civica e la si insegnava a scuola… Se il governo si decidesse a rimetterla, a cominciare dalle elementari, e forse anche dall’asilo, forse avremmo meno scritte deficienti sui muri, meno imbrattamenti per le strade e le piazze, meno siringhe negli angoli bui, meno frequentatori di salette impregnate di fumo e strapiene di slot… Ma a chi lo vai a dire?