
Illustre parroco,
vi scrivo anch’io perché ho visto nel compiuter di mia nipote, che voi rispondete […] È proprio di lei che voglio parlare, perché quando gli dico delle amiche, perché non ne vedo mai una eccetto due o tre della scuola, mi risponde che lei ce n’ha tante su feisbùc. Che cosa è? Sarà vero? […]
Ilaria.
Cara Signora,
Certo che è vero! Oggi i giovani hanno un sacco di amici su Facebook, che è una specie di piazza, non reale, ma virtuale: è sul computer, dove si incontrano tante persone tra cui moltissimi giovani. Ecco, ho detto “s’incontrano”, ma in realtà non s’incontrano, piuttosto si connettono, si mettono in relazione, si parlano. Sono vicine, sì, ma per modo di dire; infatti, chi le avvicina è la tecnologia. Così può capitare di connettersi con “amici” che non s’incontreranno mai realmente; e può capitare anche l’assurdo di essere “distanti” da un amico/a che magari abita solo a 50 metri da noi ma siccome non è su Facebook, è come se stesse lontano milioni di km. Insomma è vicino chi è connesso ed è lontano chi non usa i social network, cioè tutti quei marchingegni elettronici che ti permettono di conversare amichevolmente con tutto il mondo. È una bellezza, indubbiamente, ma anche una stranezza. Prima si conoscevano i volti di quelli che si incontravano per la strada, oggi alcuni dei nostri ragazzi conoscono i volti e magari
anche la voce di quelli che non hanno mai incontrato e mai incontreranno, perché abitano in Australia, o al Polo, o chissà dove. Perciò può capitare che sia più estraneo il figlio del sig. X che abita nello stesso pianerottolo che non il figlio del signor Y che abita alle isole Figi. Le dirò che cristianamente il prossimo, l’amico è quello che contatto faccia a faccia (face to face dicono i nostri internauti), di cui sento le vibrazioni, il fiato, l’odore… Se è bello il contatto virtuale che ti mette in relazione con ogni punto del globo, non può mancare quello reale, che è veramente umano, l’unico che ti permette di fare una carezza, di donare un bacio, di prenderti per mano e sentire l’emozione di un incontro che nessuna tecnologia può eguagliare. Dio stesso per far capire la splendida bellezza del contatto umano s’è fatto uomo, ha voluto confrontarsi con noi face to face.
Don Giancarlo