Luca 1, 26-38: 26 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34 Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
L’annunzio della nascita di Gesù costituisce il centro del vangelo dell’infanzia di Luca. Il racconto si snoda secondo il modello del precedente annunzio della nascita del Battista (1, 5-25), che è quello tipico delle annunziazioni, con alcune somiglianze: presentazione dei protagonisti, apparizione dell’angelo, segno, conclusione della scena. Ma anche con alcune differenze: il precedente annunzio era fatto a Zaccaria, sacerdote socialmente povero, nel tempio, questo invece ad una ragazza, povera di spirito, umile, in un paese insignificante. Ma soprattutto, qui non si tratta più della nascita di un uomo, benché grande, ma della promessa dell’uomo-Dio, della venuta del Messia-salvatore. Il testo è ricchissimo di contenuti teologici: è presente il Verbo che prende un corpo umano, ed è Gesù, Cristo, Salvatore, Re, Figlio di Dio; il Padre, da cui parte l’iniziativa; lo Spirito Santo, per opera del quale avviene il fatto miracoloso. Maria appare come vergine e madre, oggetto della grazia divina, luogo privilegiato della presenza di Dio, piena di grazia e di gioia, radicalmente disponibile, come strumento docile nelle mani di Dio, introdotta dal Signore nel piano salvifico che il Padre per mezzo del Figlio e nello Spirito intende realizzare e alla cui realizzazione lei collabora.
NEL SESTO MESE (26)
Con l’espressione “nel sesto mese” l’annunzio a Maria si aggancia a quello di Zaccaria.
L’ANGELO GABRIELE (26)
La presenza degli angeli, caratteristica dei primi due capitoli del Vangelo di Luca e dei primi 10 capitoli di Atti va interpretata sempre alla luce dell’AT. Essi parlano e agiscono in nome di Dio, (Gn 22, 15; Es 3, 2; 1 Re 19, 3), messaggeri della sua volontà, cooperatori del suo piano di salvezza. Gabriele (Dio è forte) nell’AT spiega a Daniele la visione del montone e del capro (Dn 8, 16) e dei 70 anni (Dn 9, 21, 27) e nel NT annunzia a Zaccaria la nascita del Battista. Nel libro apocrifo di Enoch è uno dei sette arcangeli.
FU MANDATO (26)
Luca esprime subito la fede della Chiesa: l’avvenimento che si sta preparando viene da Dio.
DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARET (26)
Nazaret è una località presso il confine meridionale della Galilea a 350 metri circa sul livello del mare. Non è menzionata nel VT e nemmeno nel Talmud; per la prima volta è nominata qui. La cittadina è lontana dal territorio di Davide; dalla culla della casa reale, che al momento dell’annunziazione è in rovina (Amos, 9, 11 ; Atti 15, 16, 17). Sarà ricostruita ripartendo dal nulla per pura gratuità divina. Il piano di Dio si realizza secondo i ritmi della storia dell’uomo, assumendo le dimensioni temporali e spaziali delle vicende umane. E’ questo lo stile di Dio, il modo secondo il quale egli ama rivelarsi e comunicarsi a noi.
A UNA VERGINE (27)
La ragazza non ha alcun titolo particolare, non è nemmeno della discendenza di Davide, è solo vergine e fidanzata di Giuseppe, che è invece discendente del grande re Davide. Maria, che è il nome della ragazza è la forma latina e greca dell’ebraico “Miryan” dal significato etimologico incerto; forse deriva dall’egiziano “mrjt” = amata. Il testo greco dice che la vergine è “emnestreumenen” a Giuseppe. La parola è tradotta dalla volgata con “desponsatam”, dalla traduzione Cei, in uso nella liturgia, con “promessa sposa”, nell’inteconfessionale ldc-abu con “fidanzata” e nella Nuova S. Paolo con “sposa”. La Tob commenta così: “Si traduce spesso “fidanzata”. In realtà Maria è legalmente sposata a Giuseppe, ma essi non vivono ancora in comune. Secondo il costume giudaico infatti deve trascorrere un certo tempo prima che lo sposo introduca la sposa nella sua casa”. I momenti del matrimonio in Israele erano: gli sponsali (Qiddusin) e la festa nuziale, dopo un anno circa (Nissuin).
TI SALUTO (28)
Inizia la prima parte del dialogo tra Maria e l’Angelo (28-33), in cui Gesù viene riconosciuto figlio di Davide. “Ti saluto, o piena di Grazia”, era la traduzione della precedente versione Cei di “Kaire, kekatitome”, ma non era proprio esatta. “Kaire” significa “rallegrati” ed è un augurio di gioia, che rimanda ad alcuni testi profetici, rivolti alla figlia di Sion, cioè a Gerusalemme (Zc 9, 9, 10; Gl 2, 21-27). In Sof 3, 17 troviamo: “Gioisci, Figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme”. E per questo invito alcuni pensano che Maria vada considerata come “figlia di Sion”; altri invece pensano alla gioia cristiana, di cui Maria è il prototipo. Buona allora è la nuova traduzione Cei che dice: “Rallegrati”. Ma “Piena di grazia” non traduce bene: “kekaritomene”. La grazia, cui l’angelo fa cenno, è il favore divino riversato su Maria. Lei è “la piena di grazia” perché è stata da sempre e resta per sempre l’oggetto del favore eccezionale, che il carisma della maternità messianica suppone.
IL SIGNORE E’ CON TE (28)
“Il Signore è con te” è espressione corrente nella Bibbia, specialmente nei racconti di vocazione (Mosé: Es 3, 12; Geremia: 1,18). Rivolto a Maria è più di un saluto, indica il motivo della gioia: la presenza di Dio Salvatore, che nascerà da lei e si chiamerà Emmanuele, che significa “Dio con noi” (Isaia 7, 14; Mt 1, 22-23).
RIMASE TURBATA (29)
Anche Zaccaria “si turbò e fu preso da timore” (1, 12), ma ciò che turba Maria è quanto le ha detto l’angelo.
NON TEMERE (30)
Venendo incontro al timore di Maria e interpretando la sua tacita domanda l’angelo ripete in modo più chiaro il lieto messaggio. “Hai trovato grazia” corrisponde a quanto detto prima “piena di grazia”. Infine l’angelo spiega come il Signore sarà con Maria: con la nascita di Gesù-Messia, Maria viene visitata da Dio stesso e per mezzo di lei, Dio visita il suo popolo, dando un corpo, un volto e un linguaggio a Gesù.
CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE (32)
Qui il testo arriva al centro della narrazione, alla sostanza del mistero di Gesù, Messia e Salvatore, Figlio di Dio e vero figlio di Maria. L’annunzio è fatto prima con una formula tipicamente biblica (Gn 16, 11; Gdc 13, 3-7; Is 7, 14).
SARA’ GRANDE (32)
L’annunzio è fatto con una serie di titoli messianici: “Grande”, “Figlio dell’Altissimo”, nel senso del VT, che lo attribuisce a chi ha rapporto di speciale intimità con Dio, e specialmente al Messia (Sl 2, 7; 89, 27), erede del trono di Davide, come testimonia una tradizione largamente diffusa dall’AT (2 Sm 7, 12; 1 Cr 22, 9 ; Sl 89, 36). In questi versetti riecheggiano molti temi: l’alleanza davidica con le sue promesse, la gloria del grande re, il carattere profetico di questa regalità, e il fatto che queste qualità arrivano fino a Gesù non per trasmissione di sangue, ma tramite Giuseppe, che non è suo padre, e cioè solo per la fedeltà di Dio alle sua promesse.
COME E’ POSSIBILE (34)
Inizia la seconda parte del dialogo di Maria con l’angelo (34-38), in cui afferma la concezione verginale di Maria e Gesù viene riconosciuto come Figlio di Dio. Di fronte alla proposta dell’angelo Maria avverte una difficoltà insormontabile. Non chiede un segno, ma rivela la decisione che aveva presa di rimanere vergine; un ideale certo difficile per il suo tempo, ma non impossibile, frutto della grazia di Dio e decisione presa per ispirazione di Dio, per la realizzazione del quale lei si era posta sotto la protezione di un uomo attratto dallo stesso ideale; lei è allo stesso tempo sposa di Giuseppe e decisa a “non conoscere uomo”. Ma ciò che per Maria è un ostacolo per la maternità è per Dio, che le ha ispirato la decisione di restare vergine, la condizione necessaria per la richiesta che ora Dio le fa di diventare madre.
LO SPIRITO SANTO (35)
La risposta dell’angelo fa piena luce del mistero: ciò che sta per avvenire viene ricondotto all’iniziativa di Dio, indicata prima con lo Spirito Santo, poi con l’espressione parallela di “potenza dell’Altissimo”. “Ombra” rimanda all’esperienza del deserto, dove la nube luminosa conduceva il popolo e con la sua ombra copriva la tenda che Mosè innalzava fuori dell’accampamento (Es 40, 34-35). La tenda era la casa di Dio in mezzo al popolo; Maria sta per diventare la casa di Dio: si compirà così la profezia di Natan (2 Samuele, 7). Parlando dello Spirito Santo come di una Potenza che “coprirà” Maria con la sua “ombra”, l’angelo insinua chiaramente che questo Spirito svolgerà il ruolo di principio creatore e produrrà la vita nel seno di Maria. Ciò che lo Spirito fa fin dalle origini del mondo lo farà nel seno di Maria producendo una concezione verginale.
SARA’ DUNQUE… FIGLIO DI DIO (35)
Quanto è detto sulla verginità di Maria e dell’azione dello Spirito Santo porta a riconoscere in questo bambino che nascerà una relazione unica con Dio. Tra l’opera dello Spirito su Maria è la dignità divina di colui che nascerà dalla Vergine c’è un nesso stretto. Il santo che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio. Prima l’angelo aveva asserito che sarà figlio dell’Altissimo, (1, 32) cioè Messia, ora addirittura che sarà Figlio di Dio.
ELISABETTA (36)
A Maria viene dato un segno: la concezione di Giovanni da parte di Elisabetta ormai vecchia. Dio offre dei segni che rendono credibile e in qualche modo accettabile la proposta divina (vedi anche Gdc 6, 36; Is 7, 10-16).
NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO (37)
L’uomo sa che Dio è più potente di lui, anzi che è “maestro dell’impossibile”. Ad Abramo, in una situazione simile a quella di Elisabetta, il Signore dice “C’è forse qualcosa di impossibile per il Signore” (Gn 18, 14). E anche Sarà avrà un figlio.
SONO LA SERVA DEL SIGNORE (38)
“Serva” è titolo che esprime l’umiltà di Maria, la sua disponibilità e il suo desiderio di collaborare all’opera del Signore. Nella Bibbia sono soprattutto i grandi personaggi che sono chiamati “servi del Signore”. Maria tra tutti è somma e serve Dio, accogliendo la parola. La parola chiamata “tua” è quella che Dio le rivolge per mezzo di Gabriele e contiene tutto il Vangelo. Maria è la prima discepola del Vangelo e modello per tutti i credenti.
AVVENGA DI ME (38)
L’accettazione di Maria è strettamente legata alla rivelazione contenuta nell’annunzio dell’angelo, al segno fornito, alla convinzione che a Dio nulla è impossibile. Il “Si” sgorga dalla sua fede, fondata sulla certezza che Dio è fedele alle sue promesse, che la sua parola è efficace e che egli nella sua misericordia vuol visitare il suo popolo.
L’ANGELO PARTI’ DA LEI (38)
La missione del messaggero è compiuta. Non ci sarà bisogno di altre rivelazioni: Maria si lascerà condurre e illuminare da Dio che le parlerà negli avvenimenti, nelle persone che incontra e soprattutto in Gesù che le è stato donato.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
IMMACOLATA
Maria per la sua intima comunione di vita e di destino con Cristo e la sua missione di salvezza universale, fin dal suo primo esistere fu avvolta dall’amore del Padre, dalla grazia del Figlio, dallo splendore della santità dello Spirito. La persona di Maria è tutta relazionata a Dio uno e trino, riflettendone e comunicandone il mistero ineffabile. (M Pedico)
Diversamente da tutti noi, che nasciamo nel peccato originale e ne veniamo liberati con il dono pasquale del Battesimo, Maria ne fu preservata per i meriti di Cristo. Ella è il primo risultato della salvezza che Gesù è venuto a portare; è il segno, la prova, l’assicurazione, che quando Dio si è fatto uomo e ha preso il nome di Gesù – Salvatore, nel mondo il bene è più forte del male: “Dove il peccato aveva abbondato, la grazia ha sovrabbondato” (Rm 5, 20). Immacolata significa che Maria è la prima salvata, ma la sua è una salvezza totale, così integra e radicale che fu salva prima di cadere, fu “presalvata” dal peccato (M. Pedico). Maria santissima, sottratta al “peccato originale”, è anche la garanzia che nel mondo il bene è più forte e più contagioso del male. Con Lei, la prima redenta, ha inizio una storia di grazia “contagiosa”. (Mess. LDC)
Ecco un realtà che ci incanta e rapisce, placando, si direbbe, l’ascesa e inappagata nostalgia di bellezza che gli uomini portano nel cuore perché essa ci ripresenta ciò che abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità, l’immagine dell’umanità innocente, santa, perché il suo essere e tutta armonia, candore, semplicità; è tutto trasparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza (Paolo VI). Immacolata dice i fulgori dell’aurora dopo la notte di lunghi secoli, trascorsi nella colpa dei primogenitori, si alza questa stella mattutina limpida e pura, trasparente e inviolata….e già si annunzia agli uomini l’avvento del Sole di giustizia… L’Immacolata dice ancora ordine e bellezza…. ordine della natura elevata alla grazia non appena uscita dalle mani del Creatore e quindi docile al suo volere e ai suoi desideri; bellezza che scaturisce da quest’ordine e ne è il luminoso coronamento. (Giovanni XXIII)
PIENA DI GRAZIA
Nell’annunziare la nascita di Gesù l’angelo non chiama subito Maria per nome, ma si rivolge a lei con un appellativo originale, kecharitomene, piena di grazia. Lo stesso vocabolo “grazia” ritorna nella seconda parola dell’angelo, che questa volta dice: “Non temere, Maria, hai trovato grazia presso Dio”. Su queste asserzioni fa leva la fede tradizionale della Chiesa che proclama Maria, “preservata da ogni macchia di peccato”. In forza del legame unico che Maria ha col suo figlio, è ricolma, fin dall’inizio della sussistenza, della “grazia” di Dio. (Rinaldo Fabbris)
“Lo Spirito scenderà su di te e su di te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. Tramite questa promessa, Maria è destinata a diventare il tempio di Dio per antonomasia è una creatura che si mette a totale disposizione dello Spirito Santo (V. Pasquetto)
L’umile ancella di Nazaret è l’isola benedetta e inviolata, la zolla di terra pura su cui Dio avrebbe posato il suo piede senza macchiarsi e l’uomo sarebbe per grazia, approdato a guarire del suo male originale. E cioè l’isola dell’incontro tra Dio e l’uomo, tra Dio e il mondo, dopo la rottura antica. Lei, la natura intatta, immacolata, non manomessa, unico esemplare di come dovevamo essere noi. (D. M. Turoldo)
Non lasciar posto al pessimismo: se è vero che c’è tanto peccato nel mondo, c’è Maria, la “piena di grazia” e a noi questa grazia la ottiene con la sua materna intercessione. Impegno per sanare in noi le ferite della colpa d’origine con un’ascesi che ci fa spalancare il cuore al dono di Dio, e per liberarci da ogni colpa personale, con una continua conversione, e con il culto della Grazia, un atomo del quale (diceva S. Tommaso) vale più dell’universo. (M. Magrassi)
IL SI’ DI MARIA
In Maria si esprime la solidarietà come legge della storia della salvezza. Il “sì” di Maria, infatti, non è solo un’adesione che coinvolge lei: è il sì dell’umanità intera attraverso lei; il compito che a Maria viene affidato dal Signore non riguarda solo lei ma diventa motivo di speranza per tutti gli uomini. (Luciano Monari)
Maria ha detto “sì” a Dio. Ha creduto e ha accettato di inserirsi nel piano di Dio. Con Maria, che è stata la prima a credere in Gesù, la prima dei credenti, è cominciata la Chiesa. Lei la prima, e noi guardiamo a lei per i valori dello spirito che racchiude in sé e ci indica. Maria ci indica l’accoglienza del disegno di Dio, la gioia dell’obbedienza e della collaborazione con lui. (Enzo Bianco)
INIZIO DELLA CHIESA
Grazie a Maria, “tutto risuscita al perduto splendore” (S. Anselmo), il mondo è come ricreato, grazie al frutto benedetto del suo seno. Lei è la prima cellula di quel mondo nuovo che Gesù è venuto ad instaurare: “In Lei hai segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchie e senza rughe, splendente di bellezza”(prefazio), dal momento che c’è Lei, la Chiesa è già in atto, dotata di tutto il fascino della sua bellezza. E viene da pensare che mai la Chiesa è stata fedele al suo Signore quanto quando era tutta raccolta nel cuore di Maria. Basta Lei da sola a riscattare tutte le infedeltà di Israele nella sua lunga storia; perché in definitiva lo scopo di Israele era di produrre Maria, perché da Lei nascesse Gesù. Maria ci è così presentata come “avvocata di grazia e modello di santità” (prefazio).
LA GLORIA DI MARIA MADRE DI GESU’
O mia cetra inventa nuovi motivi in lode di Maria Vergine, innalza la tua voce e canta la maternità tutta meravigliosa di questa vergine, figlia di David, che portò la vita al mondo. Chi l`ama l`ammira e il curioso si tinge di vergogna e tace e non osa indagare su una madre che partorì, conservando la sua verginità. La cosa è difficilissima da spiegare. I contestatori non osino far inchieste su suo Figlio. Il suo bimbo schiacciò il maledetto serpente e ne fracassò il capo, e risanò Eva dal veleno, che il dragone omicida aveva gettato contro di lei e l`aveva, col suo inganno, spinta nella morte. Come il Monte Sinai, ti ho accolto e non sono stata bruciata dal tuo formidabile fuoco, perché tu hai fatto in modo che il tuo fuoco non mi nuocesse; non mi ha bruciata quella tua fiamma, che i Serafini non possono guardare. Fu chiamato nuovo Adamo, colui che è l`eterno, perché abitò nella figlia di David e in lei, senza seme e senza dolori, si fece uomo. Benedetto il suo nome! L`albero della vita, ch`era cresciuto in mezzo al paradiso non diede all`uomo un frutto che lo vivificasse; ma l`albero nato dal seno di Maria, diede se stesso all`uomo e gli donò la vita. Il Verbo del Signore lasciò il suo trono, scese in una fanciulla e abitò in lei; essa lo concepì e lo diede alla luce. E` grande il mistero della Vergine purissima e supera ogni lingua. Eva nell`Eden diventò rea; il malvagio serpente scrisse, firmò e sigillò la sentenza per cui i posteri, nascendo, venivano colpiti dalla morte. L`antico drago vide, per il suo inganno, moltiplicato il peccato d`Eva; fu una donna che amò l`inganno del suo seduttore obbedì al demonio e precipitò l`uomo dalla sua dignità. Eva divenne rea del peccato e a Maria fu passato il debito, perché la figlia pagasse i debiti della madre e lacerasse la sentenza che aveva trasmesso i suoi gemiti a tutte le generazioni. Maria portava il fuoco nelle mani e stringeva la fiamma tra le braccia: dava le sue mammelle alla fiamma e dava il latte a colui che nutre tutte le cose. Chi può parlare di lei? Gli uomini terreni moltiplicarono le maledizioni e le spine che soffocavano la terra, e vi introdussero la morte; il Figlio di Maria riempì tutto il mondo di vita e di pace. Gli uomini terreni introdussero nel mondo malattie e dolori e aprirono la porta alla morte, perché vi entrasse e vi passeggiasse; il Figlio di Maria prese sulla sua persona i dolori del mondo, per salvarlo. Maria è sorgente limpidissima, senza nessun influsso di connubio: essa accolse nel suo seno il fiume della vita, che con le sue acque irrigò il mondo e vivificò tutti i morti. Santuario immacolato, in cui dimorò Iddio, gigante dei secoli, nel quale con un grande prodigio si operò il mistero per cui Dio si fece uomo, e un uomo dal Padre fu chiamato figlio. Maria è la vite della benedetta stirpe di David; i suoi tralci produssero il grappolo d`uva pieno di sangue vivifico; bevve Adamo di quel vino e, risuscitato, tornò nell`Eden. Due madri son comparse che generarono figli diversi: una generò un uomo che la maledisse, e Maria generò Dio, che riempie il mondo di benedizione. Benedetta tu, Maria, figlia di David, e benedetto il frutto che ci hai dato. Benedetto il Padre che ci mandò il Figlio suo per la nostra salvezza, e benedetto lo Spirito Paraclito, che ci manifestò il suo mistero. Sia benedetto il suo nome. (Efrem, Carmen 18, 1)
DA MARIA COLUI CHE E’ LA SALVEZZA
Vieni, dunque, e cerca la tua pecora, non per mezzo di servi e mercenari ma da te stesso. Accoglimi con quella carne che cadde in Adamo. Accoglimi non da Sara, ma da Maria; che sia vergine illibata, vergine illibata per grazia da ogni macchia di peccato. Portami su quella croce, che è salvezza degli erranti sulla quale soltanto trovano riposo gli affaticati, per la quale soltanto vivranno coloro che muoiono. (Ambrogio, In psal. 118, 22. 30)
IN GESU’ E MARIA LA VERA BELLEZZA
Veramente Tu e tua Madre siete i soli belli in ogni parte. In Te, infatti, Signore, non c`è macchia, e nessuna macchia è nella Madre tua. (Efrem, Carmina Nisibena, 27, 8)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
•O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. (Dalla Liturgia)
•Il più eccelso degli angeli fu mandato dal cielo per dire “Ave” alla Madre di Dio. Al suo incorporeo saluto, vedendoti in lei fatto uomo, Signore, in estasi stette, acclamando la Madre così: “Ave, per te la gioia risplende; ave, per te il dolore s’estingue, Ave, salvezza d’Adamo caduto; ave, riscatto del pianto di Eva. Ave, Vergine Sposa!
Ave, tu vetta sublime a umano intelletto, ave, tu abisso profondo, agli occhi degli angeli. Ave, in te fu elevato il tono del Re; ave, tu porti Colui che tutto sostiene. Ave, Vergine, Sposa!
Ave, o stella che il Sole precorri, ave, o grembo del Dio che s’incarna, ave, per te il Creatore è bambino. Ave, Vergine, Sposa! (Inno Akàtistos: st. 1). Ave, per te si rinnova il canto.
•Tutta bella sei, o Maria, e in te non c’è macchia originale. Tu sei la gloria di Gerusalemme, la letizia di Israele, l’onore del nostro popolo, l’avvocata dei peccatori. O Maria! Vergine prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi, presso il Signore Gesù Cristo. (Dalla Liturgia)
•Ave, Regina dei cieli, ave, signora degli angeli, porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore. (Dalla Liturgia)
•Ricordati, o piissima Vergine Maria: non si è mai udito nel mondo che qualcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia invocato il tuo nome, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa fiducia, a te ricorro, o Madre. Vergine delle vergini. A te vengo come peccatore pentito, mi inginocchio davanti a te. Non respingere, o Madre di Dio, le mie preghiere, ma ascoltami, piena di bontà e d esaudiscimi. (San Bernardo)
•O Vergine fedele. Il tuo cuore come un cristallo riflette il Divino, l’Ospite che l’abita, la Bellezza che non tramonta. O Maria, tu attiri il cielo ed ecco il Padre ti consegna il Verbo perché tu ne sia la Madre e lo Spirito d’amore ti copre con la sua ombra. A te vengono i Tre; è tutto il cielo che s’apre e s’abbassa a te. Adoro il mistero di questo Dio che s’incarna in te.
•Vergine Madre. O Madre del Verbo dimmi il tuo mistero dopo l’incarnazione del Signore, come passasti sulla terra tutta sepolta nell’adorazione. Custodiscimi sempre in un abbraccio divino. Che io porti in me l’impronta di questo Dio amore. (Santa Elisabetta della Trinità)
•O Maria, Vergine potente, tu grande e illustre difesa della Chiesa, tu aiuto mirabile dei cristiani, tu terribile come esercito schierato a battaglia, tu che hai distrutto da sola tutti gli errori del mondo, tu nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità difendici dal nemico e nell’ora della morte accoglici nei guadi eterni. (S. G. Bosco)
•Al tuo cuore immacolato, o Maria, raccomandiamo l’intero genere umano, allontana da esso i flagelli provocati dal peccato, dona al mondo intero la vera pace, fondata nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore. E fa che la Chiesa tutta possa sempre elevare al Dio delle misericordie l’inno della lode e del ringraziamento, l’inno della gioia e dell’esultanza, perché grandi cose ha operato il Signore per mezzo tuo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. (Paolo VI)
•Benedetta Madre di Dio, aprici la porta della tua benevolenza. Non resti delusa la nostra fiducia, che spera in te; liberaci dalle nostre avversità. Sei tu la salvezza del genere umano. E` così grande il numero dei miei peccati, o Madre di Dio! Ricorro a te, o immacolata, in cerca di salvezza. Consola l`anima mia desolata e chiedi a tuo Figlio, nostro Dio, che mi conceda il perdono dei miei peccati, o sola immacolata, sola benedetta! Ripongo in te tutta la mia speranza, o madre della luce; accoglimi sotto la tua protezione. (Cosma il Melode, Carmen pro magna feria quinta, n. 1899)
•Dio onnipotente ed eterno, che hai donato a Maria la grazia di essere l`unica, tra i figli di Adamo, preservata da ogni macchia, lavaci dalle nostre colpe e fa` che possiamo offrirti una vita immacolata. (Messale Ambrosiano, Milano 1976)
•Ave, Maria, piena di grazia, Madre del Redentore. Madre di Cristo e Madre della Chiesa! Ti accogliamo nel nostro cuore come eredità preziosa che Gesù ci affidò sulla croce. E quali discepoli del tuo Figlio ci affidiamo senza riserve alla tua sollecitudine, perché sei la Madre del Redentore e Madre dei Redenti. (Giovanni Paolo II)
•Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore per lo cui caldo nell’eterna pace così è germinato questo fiore. Qui sei a noi meridiana face di caridate, e giuso, intra i mortali, sei di speranza fontana vivace. Donna, sei tanto grande e tanto vali, che chi vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate. (Dante: Paradiso 33, 1-21)
•Santa Maria. Madre di Dio, conservami un cuore da fanciullo puro e trasparente come l’acqua sorgiva. Ottienimi un cuore semplice, che non indugi ad assaporare le proprie tristezze. Un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione, un cuore fedele e generoso che non dimentichi alcun bene, che non serbi rancore per alcun male. Fammi un cuore umile, che ami senza esigere di essere riamato, felice di sparire in altri cuori, sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino. Un cuore grande e indomabile, che nessuna ingratitudine possa stancare. Un cuore tormentato dalla passione e dalla gloria di Gesù cristo, ferito dal tuo amore, con una piaga che non rimargini che in cielo. (L. De Grandmaison)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Chiediamo al Signore, per l’intercessione di Maria, che ci doni la forza di anteporre a tutto la sua volontà.