Carissimo don,
[…] La domanda che mi sono sempre posto e che non ha mai ricevuto una risposta e’ questa: come un prete può resistere, per anni, senza pensare minimamente ad una donna; andando contro una tensione naturale della sua sessualità? […]
[Lettera firmata]
Caro Amico,
Della sua lettera prendo il nocciolo duro, la domanda attorno a cui gira. Intanto è bene mettere in chiaro che la domanda non mi pare ben posta… Credo che nessun prete resista per anni senza “pensare” a una donna: non resiste nemmeno un giorno. Le donne ce l’ha davanti continuamente – più donne che uomini – dal momento che le donne sono ancora le maggiori frequentatrici della chiesa e della parrocchia.
Pensare e concupire non sono la stessa cosa: si può pensare senza pensar male. Ciò che è bello resta bello e può restare tale: le cose brutte escono dal cuore: Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». Gesù nel Vangelo mi pare di una chiarezza assoluta. Chi ha il cuore cattivo, in genere ha anche la testa cattiva e anche le azioni sono ovviamente dello stesso tenore. Si può resistere al male. Si può resistere anche a una donna: negarlo vuol dire privare l’uomo della propria libertà, vuol dire farlo schiavo delle proprie passioni, dei propri impulsi. Se uno vuole, una certa cosa non la fa. È questione di esercizio: se uno vuole non ruba; se uno vuole non bestemmia, se uno vuole non racconta frottole, se uno vuole non concupisce una donna… La storia antica e moderna è piena di persone rette. È impossibile negare che esistano degli onesti, è impossibile negare che esistano dei pacifici, dei miti, degli amanti della verità, delle persone che preferiscono la morte piuttosto che tradire la moglie, o la patria, o l’amico, o la religione.
Un sacco di gente ha subito torture inenarrabili solo per non aver voluto sacrificare agli idoli, per non aver voluto tradire un amico, per non aver voluto svelare un segreto, per non aver voluto rinunciare a una fede… Perché non potrebbero esistere dei puri di cuore? Gente che sa rinunciare a una donna? Il Vangeli li chiama “persone che diventano eunuchi per il regno dei Cieli”. C’erano e ci sono, lo creda, mi creda. Chi confessa lo sa. Per quanto riguarda i preti, non pretenda l’impossibile: sono/siamo uomini come tutti gli altri. I preti non sono manichini programmati in un certo modo: hanno sentimenti, soffrono disagi, hanno paure, hanno difficoltà di eloquio, hanno agorafobie… Alcuni sono fatti in un modo, altri in un altro: non siamo programmati. Ognuno dunque reagisce secondo il suo carattere, la sua sensibilità, le sue propensioni, con tutta la sua carica di uomo oltre che, si spera, con la sua cultura teologica, essendo “magister in Israel”. Le prediche a un massa di gente non possono essere ad personam, perché la platea non è composta da una persona, ma spesso da centinaia, come nella nostra basilica.