La storia si svolge nel 1497 a Milano, durante il dominio di Ludovico Il Moro, la cui sposa Beatrice d’Este è morta di recente. Alla corte del Moro, Leonardo da Vinci sta, in quel periodo, dipingendo l’Ultima Cena, presso il convento dei Domenicani a Santa Maria delle Grazie.
Padre Leyre, protagonista del romanzo, è l’inquisitore inviato da Roma a seguito di missive enigmatiche di un certo “Augure”, ad investigare su alcune anomalie riscontrabili nel dipinto che non segue i canoni classici della rappresentazione dell’Ultima Cena riconosciuti dalla Chiesa, avendovi inserito dei simbolismi particolari (ad esempio l’effigie di Leonardo stesso che volge le spalle a Gesù, la mancanza delle aureole sulle teste degli Apostoli, l’aspetto femmineo di Giovanni ecc.)
Ciò ed altri segnali, fanno sospettare che possa esserci di mezzo l’eresia Catara. Su questo infatti, seguendo le successive missive dell’Augure che peraltro si intrecciano anche con delitti piuttosto inquietanti, deve investigare padre Leyre.
Il romanzo è stato pubblicato nel 2005, mentre il “best seller” di Dan Brown “Il Codice da Vinci” che in qualche passo tratta un argomento relativo al dipinto del Cenacolo è del 2003, per cui si potrebbe pensare che Serra, si sia ispirato al Codice. Ma, mentre Brown dà quasi per scontato che nell’Ultima Cena,vicino a Gesù viene raffigurata Maria Maddalena, nelle sembianze di Giovanni
(mettendo in discussione tutta la tradizione della Chiesa, affermando che Gesù abbia sposato la Maddalena e che da questa unione si sia avuta una discendenza che porta ai Capetingi antichi regnanti di Francia), Serra non prospetta verità nascoste così azzardate o interpretazioni ardite ma dipana una trama, comunque interessante, dimostrando di saper scrivere e di avere una cultura irreprensibile, cosa che a mio parere, rende invitante la lettura del suo romanzo.