“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.” (Gv 15, 12-15)
“amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.” (Rm 12, 10)
“Se io potessi guadagnare a Dio tutti i miei compagni, quanto sarei felice!” (S. Domenico Savio)
Se qualcheduno ne avesse avuto bisogno, gli faceva scuola e lo ammaestrava nel catechismo a qualunque ora del giorno e della notte. Un giorno un compango gli disse “che te ne fai di queste cose?” “che me ne fa?”, rispose, “me ne fa, perchè l’anima dei miei compagni è redenta col sangue di Gesù Cristo, me ne fa perchè siamo tutti fratelli e come tali dobbiamo aiutarci l’un l’altro”. Ed egli si prendeva cura di coloro che non sapevano leggere e scrivere, e gli insegnava. Fra le cose che gli procuravano miglior piacere era assistere i compagni infermi che erano nella casa. (Vita di S. Domenico Savio)
A Michele Magone, per prima cosa gli venne affidato un compagno, che gli facesse da angelo custode. E’ consuetudine di questa casa che quando si riceva qualche giovanetto si affidi a uno dei più anziani, affinchè lo assista secondo il bisogno. Senza che Michele lo sapesse, nel modo più accorto e caritatevole quel compagno non lo perdeva mai di vista, nello studio nella ricreazione. Parlava con lui, scherzava con lui. E quando lo correggeva, il Michele, sebbene spesso gli apparisse l’impazienza sul volto, non diceva altro che “Bravo, hai fatto bene ad avvisarmi. Sei proprio un buon compagno”. E insieme si spalleggiavano a vicenda per frequentare i Sacramenti (D. Bosco, vita di Michele Magone)
Vedeva un compagno afflitto, gli si avvicinava. Se poteva spiegare una difficoltà a qualcheduno, aiutarlo, aggiustargli il letto, erano per lui occasioni di grande piacere. (D. Bosco, vita di Michele Magone)
Ognuno è chiamato ad essere “angelo” di colui che gli è messo sulla strada. In un gruppo in particolare, ognuno dovrebbe tirare l’altro. Come ti trovi in questa dinamica?