Don Bosco: profondamente uomo e totalmente aperto a Dio; in armonia tra queste due dimensioni egli ha vissuto un progetto di vita assunto con decisione: il servizio ai giovani. «Non diede passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa alcuna che non avesse di mira la salvezza della gioventù». Se si esamina il suo progetto per i giovani, si vede che ha un “cuore”, un elemento che gli dà senso, originalità: «Realmente non ebbe a cuore altro che le anime» (Don Rua).
C’è quindi una spiegazione ulteriore e concreta dell’unità della sua vita: con la sua dedizione ai giovani, Don Bosco voleva comunicare loro l’esperienza di Dio. La sua era non solo generosità o filantropia, ma carità pastorale. Questa viene detta «centro e sintesi» dello spirito salesiano.
Un’espressione di San Francesco di Sales dice: «La persona è la perfezione dell’universo; l’amore è la perfezione della persona; la carità è la perfezione dell’amore». Si tratta di una visione universale che colloca in scala ascendente quattro modi di esistere: l’essere, l’essere persona, l’amore come forma superiore a ogni altra forma della persona, la carità come espressione massima dell’amore.
L’amore rappresenta il punto massimo di arrivo della maturazione di qualsiasi persona, cristiana o no. L’impegno educativo si propone di portare la persona ad essere capace di donarsi, ad un amore di benevolenza.
Gli psicologi, e non solo Gesù Cristo, dicono che la personalità completa e felice è capace di generosità e disinteresse e giunge a vivere un amore che non sia soltanto concupiscenza, cioè per la propria soddisfazione di essere amato. Diverse forme di nevrosi o di perturbazione della personalità derivano dall’essere centrati su di sé e le relative terapie tendono tutte ad aprire e decentrare verso gli altri.
2.1 La carità:
> è proposta principale in ogni spiritualità, fonte di energia per progredire.
> è un mistero e una grazia; non proviene da iniziativa umana ma è partecipazione alla vita divina ed effetto della presenza dello Spirito. Non potremmo amare Dio se Lui non ci avesse amati per primo.
> crea in noi la capacità di scoprire e percepire Dio: la religione senza la carità allontana da Dio. «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio perché Dio è amore» (1 Gv 4,7-8). In san Giovanni il verbo conoscere significa fare esperienza, piuttosto che avere nozioni esatte: chi ama fa esperienza di Dio.
> è la forma e la sostanza di tutte le virtù e di ciò che costituisce e costruisce la persona: «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli… ma non avessi carità, niente mi giova» (1 Cor 13,1-3).
> la carità e i suoi frutti sono realtà che perdurano, resistono al tempo: «La carità non avrà mai fine (1 Cor 13,8-10). Ciò si applica non solo alla vita, ma alla nostra storia. Quello che si edifica sull’amore rimane e costruisce la nostra persona, la nostra comunità, la nostra società; mentre ciò che si fonda e si costruisce sull’odio e sull’egoismo si consuma.
> perciò la carità è il più grande e la radice di tutti i carismi, attraverso cui si costruisce e opera la Chiesa.
> è il carisma principale, anche quando si esprime in gesti quotidiani e non ha nulla di straordinario o vistoso: «è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace nella verità. Tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,4-6).
Per Don Bosco e Madre Mazzarello, come per tutti i santi, la carità è centrale. È l’insistenza principale della loro vita… viene da loro raccomandata in forme molteplici: come base della vita insieme, principio pedagogico, fonte della pietà, condizione dell’equilibrio e della felicità personale, pratica di virtù specifiche, quali l’amicizia, la buona educazione, la rinuncia a propri interessi.
2.2 La carità pastorale. La carità ha molte manifestazioni: l’amore materno, l’amore coniugale, la beneficenza, la compassione, la misericordia, l’amore ai nemici, il perdono…
I Salesiani (SDB) e Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), come in genere tutti i gruppi della Famiglia Salesiana (sono una trentina), parlano di una carità pastorale. Essa richiama subito alla mente la figura di Gesù Buon Pastore: bontà, ricerca di chi si è perso, dialogo, perdono; ma anche e soprattutto la sostanza del suo ministero: rivelare Dio a ciascun uomo e a ciascuna donna.
Don Bosco, e dietro di lui la Famiglia Salesiana, esprimono questa carità con una frase: Da mihi animas, cetera tolle.
2.3 Carità pastorale salesiana. Don Bosco realmente non ebbe a cuore altro che le anime: disse col fatto, non solo con la parola: Da mihi animas, cetera tolle» (don Rua).
> Anima indica la dimensione spirituale dell’uomo, centro della sua libertà e ragione della sua dignità, spazio della sua apertura a Dio: animas sono gli uomini del suo tempo, sono i ragazzi concreti con cui ha da fare;
> cetera tolle significa il distacco dalle cose e creature, un distacco che in lui è uno stato d’animo necessario per la più assoluta libertà e disponibilità alle esigenze dell’apostolato stesso.
> Da mihi animas contiene anche un’indicazione di metodo: nella formazione o rigenerazione della persona bisogna far forza e ravvivare le sue energie spirituali, la sua coscienza morale, la sua apertura a Dio, il pensiero del suo destino eterno. La pedagogia di Don Bosco è una pedagogia dell’anima, del soprannaturale.