
Fraternamente
don Giancarlo
Circondato da un gruppo dei suoi ragazzi dell’Oratorio di Valdocco, Don Bosco un giorno domandò a bruciapelo: “Ragazzi, vediamo un po’, qual è la cosa più bella che avete visto al mondo?
Chi vuol rispondere?”. “Io”, saltò su un ragazzino tutto pepe. “Bene, dimmelo tu e vediamo se anche gli altri sono d’accordo; allora qual è la cosa più bella che hai visto al mondo?”. Immediata la risposta: “Don Bosco!”, e subito tutti gli altri “Sìììììì, sìììììììì”, un sì che non finiva più!
Cari parrocchiani, vero o no, il fatto la dice lunga su chi era don Bosco per i suoi fiòi. Un mito, direbbero oggi. Ma no. Era soprattutto un amico che aveva loro detto, senza mezzi termini: “Io per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo, per voi sono disposto anche a dare la vita”, e tutti sapevano che era vero, anzi lo sperimentavano ogni giorno.
Don Bosco pensando ai giovani si era convinto di tre cose.
1. Esistono dei bisogni vitali (mangiare, dormire, giocare, studiare…)
2. Esistono dei bisogni di contatto (fare gruppo, lavorare insieme, conoscere altri ragazzi, altre idee, altre realizzazioni…)
3. Esistono dei bisogni trascendenti (conoscere Dio, pregare, riflettere sul senso della vita, porsi le domande di fondo…).
Dobbiamo esserne convinti anche tutti noi.
Don Giancarlo