L’organo della nostra basilica può considerarsi un fratello minore di quello situato nell’omonima chiesa di Bologna; concepito in seno alla stessa ditta Tamburini e costruito otto anni dopo, nel 1959, ne ripropone, infatti, seppur in minor misura, le stesse sonorità. E sebbene grande meno della metà dell’altro strumento, quest’organo è tuttavia il quinto in ordine di grandezza nella capitale per numero di canne. Dispone di tre tastiere e pedaliera, conformi per estensione ai dettami dell’Adunanza tridentina e 5.274 canne più 13 campane, distribuite su 70 registri per un totale di 107 placchette di comando numerate disposte ai lati delle tastiere.
La trasmissione è elettropneumatica ed è alimentato da due elettroventilatori, uno dei quali ad esclusivo uso delle tube di 8 e 4 piedi suonanti ad alta pressione. Nel 1994, dopo diversi anni in cui era stata trascurata la manutenzione ordinaria, fu eseguito un profondo ed accurato restauro. Il progetto di ripristino fu predisposto dal parroco Don Luciano Panfilo, purtroppo tragicamente scomparso il 10 agosto 1992. L’attuazione è stata realizzata dal Consiglio Pastorale col parroco D. Carlo Filippini, ed i restauri sono stati seguiti dal M° Federico Vallini. Alla fase di ripulitura di tutte le parti sonore e non, sono seguiti i lavori di riparazione e revisione di tutte le canne; riparazione o sostituzione di tutte le parti meccaniche, elettriche e pneumatiche di movimento rotte e registrazione di tutte le altre; revisione dalla manticeria e dei canali di distribuzione del vento; riparazione e revisione dei somieri, delle casse espressive e della consolle; sostituzione dei due elettroventilatori e relative ventole; rilucidatura della consolle e rifacimento della panca; accordatura e reintonazione.
Nel 2003 sono stati rifatti 4 dei 17 mantici dell’Organo, con il primo di una serie di tre interventi che ne hanno previsto il completo rifacimento. Nel 2012, invece, sono state sostituite tutte le borsine dei somieri.
Ora, l’organo è al suo antico splendore, sempre pronto a far sentire la propria voce, con un uso corretto e una grande cura.