Giovanni 14,1-12: 1 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11 Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 14,1-12
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l`avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Tutto il capitolo è costruito intorno al tema del “viaggio” del Figlio verso il Padre e del suo ruolo unico in grazia del quale egli può condurre i suoi discepoli verso il Padre. Compaiono nel capitolo numerosi temi del discorso di addio. In particolare nei primi 14 versetti spicca la tematica della fede.
NON SIA TURBATO (1)
Al turbamento dei discepoli per la partenza di Gesù viene contrapposta la fede, che vince il mondo (1Gv 5, 4).
FEDE IN ME (1)
Chiedere la fede in Dio è cosa logica per un buon Ebreo, chiedere fede in Gesù significa ritenerlo Dio, come il Padre.
NELLA CASA (2)
In questo parlare di “casa” e di “posti” risalta la concezione che gli antichi avevano dell’aldilà, come un’abitazione dove i defunti prendevano posto. Nella letteratura apocalittica il cielo era immaginato come una casa, al cui centro stava il trono di Dio, circondato dalla corte celeste e dalla dimore dei giusti e dei santi. E’ un linguaggio corrente che va interpretato simbolicamente per esprimere la familiarità con Dio, come dimostra anche il versetto 23, dove il discorso è inverso: il Padre e il Figlio pongono la loro “dimora” in chi ama Gesù, già qui in terra.
IO VADO A PREPARARVI UN POSTO (2)
Il posto per la “dimora” definitiva presso il Padre Gesù lo prepara con la sua morte e risurrezione.
RITORNERO’ (2)
Gesù tornerà certamente dopo la risurrezione. Questo ritorno per alcuni è quello visibile della parusia, per altri quello invisibile al momento della morte dei discepoli.
IO SONO LA VIA, LA VERITA’, LA VITA (6)
Il discorso passa dal viaggio alla “via”. Gesù asserisce che i discepoli conoscono la “via” che conduce al Padre, ma Tommaso obietta e il discorso fa un salto di qualità. Gesù incentra la risposta sulla propria persona: “ Io sono”. Per andare al Padre, che è verità e vita, bisogna passare attraverso la via che è Gesù. Gesù è via perché è la verità, la rivelazione personale del Padre agli uomini. Attraverso Gesù che è via e verità si giunge alla vita, che è in Dio, che è in Gesù. Gesù quindi è via e meta.
SE CONOSCETE ME (7)
Viene detto in che senso Gesù è via al Padre. Se i discepoli hanno una precisa conoscenza di Gesù via, hanno già ora una conoscenza del Padre, perché il Padre è presente in Gesù, in quanto questi è il rivelatore inviato dal Padre.
MOSTRACI IL PADRE (9)
Ma i discepoli non capiscono ancora e Filippo chiede a Gesù che mostri loro Dio ed essi saranno contenti. La domanda di Filippo è fuori luogo, e la stessa richiesta degli Ebrei che vogliono una manifestazione eclatante; Filippo vuol vedere segni, ma la fede è credere anche senza vedere.
IO SONO NEL PADRE (9)
Dio si vede se si crede in Gesù, rivelazione e “segno” del Padre. Il Padre invisibile, in quanto Dio, si è reso visibile per mezzo di Gesù (1, 14) . Ma per vederlo bisogna credere, scoprire nella fede che il Padre e il Figlio sono in comunione totale. E’ possibile conoscere il Padre conoscendo il Figlio, data la reciproca immanenza che c’è tra il Padre e il Figlio e la perfetta unione nelle parole e nelle opere di Gesù, che sono parole e opere del Padre.
IN VERITA’, IN VERITA’ (12)
Solennemente al credente sono promesse le opere di Gesù. Ai discepoli sarà donato il potere di rimettere i peccati (20, 21-23) , di portare frutti di vita mediante la missione (15, 16) , di operare miracoli (Mt 21, 21) , ecc..
DI PIU’ GRANDI (12)
La Chiesa farà nei secoli opere grandi, non perché superiore, ma perché fedele al suo Maestro.
CHIEDERETE (13)
Ciò che i discepoli chiederanno nel “nome di Gesù”, cioè per la mediazione di Lui e vivendo in unione di vita con Lui, lo otterranno. Quando la preghiera fatta “nel nome di Gesù” viene esaudita, il Padre viene glorificato nel Figlio.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
VIA UNIVERSALE DELLA SALVEZZA
Il Salvatore presa la carne dalla discendenza di Abramo diceva di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Questa è la via aperta a tutti, di cui tanto tempo prima fu preannunciato: “Negli ultimi tempi il monte della casa del Signore sarà manifesto, perché sarà sulla montagna e si alzerà sopra tutti i colli. Verranno ad esso tutti i popoli e lo saliranno molte nazioni e diranno: venite, saliamo sul monte del Signore e nella casa del Dio di Giacobbe. Ci annunzierà la sua via ed entreremo in essa. Da Sion infatti uscirà la legge e la parola del Signore da Gerusalemme” (Is 2,2-3). Questa via dunque non è di un popolo ma di tutti i popoli, la legge e la parola del Signore non rimasero in Sion e in Gerusalemme ma di lí avanzarono per diffondersi in tutto il mondo. E per questo il Mediatore stesso dopo la sua Risurrezione dichiarò ai discepoli impauriti: “Era necessario che si adempissero le cose che sono state scritte su di me nella Legge, nei Profeti e nei Salmi. Allora manifestò loro il significato perché intendessero le Scritture e disse loro che era necessario che il Cristo subisse la passione e risorgesse da morte il terzo giorno e che fossero annunziate da loro in mezzo e tutte le genti, cominciando da Gerusalemme, la conversione e la remissione dei peccati” (Lc 24,44-47). Questa è dunque la via aperta a tutti per la liberazione dell`anima. Questa via purifica tutto l`uomo e sebbene mortale lo dispone all`immortalità dalla prospettiva di tutte le sue componenti. Fuori di questa via che mai è mancata al genere umano, né prima quando questi fatti si attendevano come futuri, né poi quando si rivelarono come passati, nessuno fu liberato, nessuno è liberato, nessuno sarà liberato. Chi non ha fede e per questo neanche intelletto che questa via è la linea retta fino alla visione di Dio e alla eterna unione con lui, in base alla verità delle Scritture da cui viene formalmente dichiarata, può combatterla non abbatterla. (Agostino, De civit. Dei, 10, 32)
TUTTI CHIAMATI ALLA CASA DEL PADRE
Ma che cosa vogliono dire le parole che seguono: “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore” (Gv 14,2)? E` proprio perché i discepoli temevano anche per sé medesimi, che il Signore dice loro: «non si turbi il vostro cuore». E chi tra loro poteva evitare di esser colto da timore, dopo che Gesú aveva detto a Pietro, tra loro il piú fiducioso e pronto: «Non canterà il gallo, che tu mi avrai rinnegato tre volte»? Giustamente si turbano, in quanto temono di perire lontano da lui. Ma quando ascoltano il Signore che dice: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore»; “se non fosse cosí ve lo avrei detto, perché vado a preparare un posto per voi (ibid)”, il loro turbamento si calma e sono sicuri e fiduciosi che, al di là dei pericoli della tentazione essi resteranno presso Dio, con Cristo. Uno sarà piú forte dell`altro, uno piú sapiente, un altro piú giusto, un altro ancora piú santo; ma «nella casa del Padre vi sono molte dimore», nessuno di essi sarà tenuto fuori da quella casa, dove ognuno avrà, secondo i meriti, la sua dimora. Uguale denaro viene dato a tutti, quel denaro che il padre di famiglia ordina di dare a coloro che hanno lavorato nella vigna, senza far distinzione tra chi ha faticato di piú e chi di meno. Questo denaro significa la vita eterna, dove nessuno vive piú a lungo dell`altro, poiché nell`eternità non vi può essere una diversa durata della vita. E le molte dimore significano i diversi gradi di merito che vi sono nell`unica vita eterna. Uno è lo splendore del sole, un altro quello della luna, un altro ancora quello delle stelle: e una stella differisce dall`altra quanto a splendore. Cosí accade nella risurrezione dei morti (cf. 1Cor 15,41.42.48). Come le stelle nel cielo, i santi hanno nel regno dimore diverse per il loro fulgore; ma nessuno è escluso dal regno, poiché tutti hanno ricevuto la stessa mercede. E cosí Dio sarà tutto in tutti, in quanto, essendo Dio carità, per effetto di questa carità ciascuno avrà quello che hanno tutti. E` cosí infatti che ognuno possiede, a motivo della carità, non le cose che ha veramente, ma le cose che ama negli altri. La diversità dello splendore non susciterà invidia, perché l`unità della carità regnerà in tutti e in ciascuno. (Agostino, In Ioan. 67, 2)
NOI SIAMO IL REGNO DI CRISTO
Il Figlio dunque consegnerà al Padre il suo regno? Non vien meno a Cristo il regno che egli dà, ma anzi progredisce. Siamo noi il regno, poiché è stato detto a noi: “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17,21). E siamo prima regno di Cristo, poi del Padre; poiché sta scritto: “Nessuno viene al Palre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Mentre sono in cammino, sono di Cristo; quando arriverò, sarò del Padre: ma ovunque per Cristo, e ovunque sotto Cristo. (Ambrogio, De fide, V, 12, 150)
IL PADRE E’ MAGGIORE DI ME
Ma poiché professiamo che nel Figlio vi sono due nature, cioè che egli è vero Dio e vero uomo, dotato di corpo e di anima, tutto quello dunque che le Scritture dicono di lui, con eminente e sublime efficacia, noi riteniamo che si debba riferire alla sua ammirevole divinità; ciò che invece è detto di lui stesso in maniera piú dimessa e inferiore all`onore dovuto alla sua dignità celeste, noi lo riferiamo non a Dio Verbo, ma all`umanità di lui assunta. Si riferisce dunque alla natura divina quello che piú sopra
abbiamo riferito, dove dice: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30) e: “Chi vede me, vede anche il Padre” (Gv 14,9), e: “Tutto quello che fa il Padre, lo stesso ugualmente lo fa anche il Figlio” (Gv 5,9)… Queste sono, invece, le affermazioni che sono dette di lui con riguardo alla sua natura umana: “Il Padre è maggiore di me” (Gv 14,28). (Vittore di Vita, De persecutione, II, 4, 63)
IO E IL PADRE UNA COSA SOLA
Se, come scrive Paolo agli Ebrei, l`Unigenito è lo splendore della gloria, il carattere della sostanza e l`immagine del Dio incorruttibile, invisibile ed eterno (cf. Rm 1,20; 1Tm 1,17), e se egli è verace quando afferma “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9) e “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30), certamente è consustanziale eterno e uguale, al punto che è simile in tutto a Dio Padre e in nulla differisce da lui. Infatti, luce da luce e non “eterousio” «(cioè con “diversità di sostanza”) è generato, né inferiore. Il carattere della sostanza indica l`identità ed esclude ogni diversità di natura, di gloria e di onnipotenza; l`immagine razionale denota l`uguaglianza e la somiglianza; e chi vede una creatura, non vede l`Increato. Afferma infatti che le ipostasi sono una cosa sola per la divinità, e distingue le persone nell`unità dell`essenza. (Didimo di Alessandria, De Trinit. III, 2, 8)
IO SONO LA VIA
Gesù si propone come la “via”, cioè il cammino obbligato per andare incontro al Padre. Egli non è “una” delle possibili strade, un aiuto, un “mezzo efficace”. Egli è la sola e unica via che conduce a Dio. E’ una via tutta umana e tutta divina, accessibile a chiunque, comprensibile da tutti. Non abbiamo più bisogno di cercare vie diverse per andare a Dio. Non dobbiamo cercarle né in cielo, né negli abissi della nostra confusa e ambigua coscienza. La “via” di Gesù è la sua vicenda storica: è una via disponibile a ogni uomo che si trovi qui sulla terra; è obiettiva e ragionevole. (Antonio Bonora)
SOLO GESU PUO CONDURCI AL PADRE
Gesù è l’unico mediatore del Padre e solo lui può essere la via della nostra scesa al Padre. Tommaso dice: “Signore non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” Emerge qui la profonda distanza che separa l’uomo dalla rivelazione e dall’amore di Dio, promessoci in Cristo, una distanza che si può condurre alla nostra condizione di creature: Dio ci supera a tal punto, che la nostra conoscenza di lui è rinunziare a conoscerlo, è una “dotta ignoranza”. Ma soprattutto Dio è al di là delle nostre capacità per la nostra condizione di peccatori. La nostra è una condizione di dissomiglianza con Dio: a partire da quella volontà con cui Dio ci crea a sua “immagine e somiglianza”, per una beata comunione con lui, prende piede la storia del nostro peccato, del nostro cattivo uso della libertà. Il peccato è uno sviamento della persone, un non sapere, un non volere. Occorre tornare a Cristo. Solo lui può veramente condurci al Padre. La nostra ascesa verso Dio è possibile perché lui stesso è disceso verso noi lasciandoci un esempio così che potessimo camminare sulle sue tracce. In questo senso l’imitazione di Cristo è fondamentale: riprodurne in noi l’immagine è lasciare che abiti in noi e plasmi la nostra esistenza così da diventare in noi fonte di illuminazione e pegno di risurrezione.(G.Colzani)
IO SONO LA VERITA’
Gesù si propone come la “verità”, cioè la rivelazione piena e perfetta di Dio. Dicendo “Io sono la verità”, Gesù afferma che non dice soltanto la sua opinione su Dio, non ripete una dottrina, seppure esatta, su Dio. Egli non è neppure “una” delle verità su Dio, Gesù è l’unica e tutta la verità divina, la piena e totale manifestazione di Dio. Non ci sono, al di fuori di lui, vie più perfette per conoscere e incontrare Dio. (Antonio Bonora)
IO SONO LA VITA
Gesù si propone come la “vita”, cioè come l’unico capace di farci vivere un’esistenza autenticamente umana, anzi più che umana, divina. Noi non abbiamo altre possibilità di costruirci una vita gioiosa, buona, giusta, al di fuori di Gesù. Ci illudiamo di riuscire a vivere bene anche senza lui, ma fatalmente costruiamo una via sbagliata, grigia, triste, violenta, infelice. La vita di Gesù è la vita che vale la pena di vivere; è la vita umana giusta e buona che noi desideriamo e cerchiamo. (Antonio Bonora) “In quanto uomo, Cristo è la tua via; in quanto Dio, Cristo è la tua patria. La nostra patria è verità e vita, la nostra via è il Verbo fatto carne che ha abitato tra noi”. (Agostino)
LA META
La morte per gli esseri umani è la partenza da una dimora conosciuta, anche se precaria. Essa è sempre una lacerazione dei rapporti vitali. Ma, per i credenti che seguono Gesù, la morte non è più una partenza verso l’ignoto, ma il ritorno verso la casa accogliente, quella del Padre. La morte di Gesù apre questa nuova prospettiva ai discepoli: “ Io vado a preparavi un posto; quando sarò andato e vi avrà preparato un
posto, ritornerò a voi e vi prenderò con me, perché siete anche voi dove sono io”. La meta finale illumina il cammino della vita. I discepoli sono invitati a seguire Gesù che apre questo cammino. (A. Catella)
VOLTO VISIBILE DI DIO
“Signore, mostraci il Padre e ci basta”, dice Filippo. Questo intervento offre l’occasione per precisare il rapporto di Gesù con Dio. Non solo egli è l’unico mediatore con Dio, il Padre, ma è il volto visibile di Dio, infatti è la Parola di Dio diventata carne, che prende stabile dimora tra gli uomini. I credenti possono contemplare la sua gloria, come quella dell’Unigenito del Padre. Se è vero che nessuno ha mai visto Dio, Gesù lo rende visibile nella sua missione storica e soprattutto nella morte e risurrezione, in cui si manifesta come il Figlio unico che sta nel seno del Padre. (R Fabbris)
VIA, VERITA’, VITA
Gesù Cristo ha detto: “Io sono la via, la verità, la vita”. Gesù può affermare di essere personalmente la via al Padre, perché è la verità, l’immagine del Padre nel mondo e, insieme, la via di chi crede in lui. Perché il Padre è la sorgente originale della vita, di cui vive anche il Figlio, della forza vitale che egli comunica ai credenti. L’inizio del Vangelo di Giovanni dice: “ nessuno ha mai visto Dio, l’unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (1,18): la Parola di Dio fatta carne rivela, attraverso le parole e le opere la sua comunione di vita con il Padre ; e la fede in Lui, il Rivelatore, permette di accedere alla sorgente della verità e della vita. Sono aspetti di un’unica verità che si compenetrano. La vita, infatti, è conoscere il Padre, ossia essere in comunione di amore con Lui credere in colui che il Padre ha inviato. (Messale LDC)
COMPRENDERE GESU’ PER VIVERE DA UOMINI VERI
Gli Apostoli hanno difficoltà a capire, ma cercano il vero con passione. Hanno lasciato tutto, e vogliono trovare Dio. Su questo obiettivo giocano la loro esistenza. Ma non riescono a capire quel: “ Io sono nel Padre e il Padre è in me” di Gesù. Gesù esprimeva così la sua uguaglianza con Dio, la sua divinità: ma negli Apostoli la reazione è di stupore. Uno di essi, Giuda, è incredulo a tal punto, che poco dopo andrà a vendere Gesù per denari. Gli altri capiranno solo più tardi che Gesù è la VIA al Padre, perché Gesù è Dio come il Padre. Gesù si è definito non solo via, ma anche VERITA’. Gesù è parola del Padre per gli uomini, rivela loro il progetto del Padre sull’umanità. E si aspetta che gli uomini accettino questo programma e lo facciano proprio. Di fatto la sua missione non è stata compresa, Gesù è rifiutato e muore. Ma risorge, e vive la pienezza di VITA presso il Padre. (E. Bianco)
Gesù è “la via, la verità, la vita”. Senza di Lui il nostro cuore sprofonda nel turbamento e nelle tenebre. Lui è luce ad ogni uomo. Dopo l’incarnazione non abbiamo più bisogno di leggi, perché Gesù è lui stesso la legge (Rm 8, 1-4) . Non abbiamo più bisogno di “manna”, perché è Gesù stesso la nostra manna (Gv c. 6). Non abbiamo più bisogno di compiere ricerche per trovare la via della “verità” e della “vita”. Ci basta essere discepoli perché Cristo, il Signore, è “la via, la verità, la vita” ; è Lui il luogo dove si incontrano l’amore dei discepoli e l’amore del Padre. Chi accetta e segue Gesù, via, verità e vita ha le risposte alle domande della vita e da significato all’ esistenza.
NON ABBIATE PAURA
Gli Apostoli avevano difficoltà a comprendere, avevano una grande confusione in testa e non riuscivano a cogliere il mistero di Gesù E Gesù li rassicura e li invita a non temere. Può capitare anche a noi di essere inquieti, agitati, di aver paura di fronte al mistero del dolore, della morte, del male, di fronte al mistero stesso della vita, dell’aldilà, di Dio. Interrogativi forti possono entrare nella nostra anima di fronte alla sofferenza dei bambini e alla morte di un giovane, ma anche quando la nostra vita giorno dopo giorno si avvia alla conclusione. Filippo cerca la sicurezza in una visione (“ Signore, mostraci il Padre e basta”). Possiamo cadere anche noi nello stesso pericolo, di andare in cerca di cose straordinarie, di rivelazioni, di apparizioni, per tranquillizzare la nostra inquietudine interiore. La Bibbia conosce soltanto un mezzo con il quale l’uomo può difendersi dall’inquietudine interiore, dalla paura. E’ la fede in Dio, è fidarsi di Lui: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me”. E dalla fede che c’è posto anche per noi nella casa del Padre e la strada per giungervi non sono i fatti straordinari, ma Gesù Cristo, via, verità e vita. (Giovanni Nervo)
MINISTERO DELLA PAROLA…SERVIZIO DELLE MENSE
“Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola” Elessero sette uomini pieni di Spirito Santo per il servizio della carità Subito, nei primi tempi, la Chiesa traccia una via concreta per costruire la comunità cristiana, dove rifulgono la “carità fraterna” e l’“annunzio della parola”. E’ la parola di Dio che viene continuamente annunziata ed è sempre la parola che sostiene l’impegno caritativo della Chiesa, dandogli un senso e una motivazione. Pensare di poter scegliere tra la parola di Dio e l’impegno a favore del prossimo è collocarsi al di fuori della prospettiva cristiana. Il nostro Dio è un Dio che ha parlato a favore del prossimo.
Tuttavia il primato è dell’annunzio della parola, perché sono i pensieri che muovono all’azione ; anche se è pure vero che l’azione modifica e influenza il modo di pensare. Dice il testo degli Atti: “ La parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli”. E’ dall’ascolto della parola di Dio vivente che nasce la fede e il coraggio, la capacità dell’autentica dedizione di sé per amore del prossimo. Infatti la fede vera è quella che sboccia nella carità ; così la carità vera è quella che nasce dalla verità della fede accolta nell’ascolto della parola di Dio. Pascal diceva che il Dio biblico, Verità originaria, è “ fuoco”, amore ardente, energia vivente e amante, che crea e dà vita. In Lui c’è identità tra verità e amore.(Antonio Bonora)
TUTTI SACERDOTI NELLA CHIESA
Gesù Cristo è l’unico Sacerdote del Nuovo Testamento. Eppure egli ha scelto degli uomini come strumenti visibili. Tuttavia tutta la loro funzione non è al di fuori o anteriore al Popolo di Dio: al contrario si colloca come un servizio all’interno del popolo cristiano popolo sacerdotale. Certo si tratta di due tipi di sacerdozio ben distinti e diversi: non c’è pianificazione. Entrambi però sono totalmente relativi a Cristo, e in stretta comunione devono impegnarsi per la costruzione del Regno. Questo in concreto esige che tutti facciano della propria vita un servizio, sapendosi prodigare umilmente e lietamente, come ha fatto il Signore. Ognuno ha un compito proprio, dalla casalinga al vescovo, Anche quando l’impegno è umile e terrestre, fatto con fede è un contributo all’edificazione del Regno, che misteriosamente si edifica nelle umili realtà di ogni giorno. Ognuno deve sentirsi responsabile di fronte alla Chiesa e all’umanità. Dobbiamo impegnarci come se tutte la vitalità della Chiesa dipendesse da noi, come se solo da noi dipendesse che il Vangelo si diffonda e i fratelli si salvino. Il mondo sarebbe presto cristiano se tutti facessimo così. (Mariano Magrassi)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Signore, noi diciamo di credere in Dio, ma il nostro Dio non combacia con il tuo Dio. Solo tu sei il visibile volto di Lui, tu sei la verità, la via e la vita; senza di te non sa nulla nessuno, nulla di Dio e neppure dell’uomo. Fa che vedendoti crediamo in te, crediamo in Dio.
•Padre, noi non possiamo conoscerti, né tanto meno vederti. Questo non ci inquieta perché ti sei rivelato in Cristo Gesù. Concedici di vedere Cristo come la via che conduce a te.
•Signore Gesù fa che ci apriamo largamente alla tua luce e al tuo amore perché, seguendo i tuoi passi, avanziamo in tutta sicurezza verso il Padre tuo.
•Cristo sia sempre “via” al Padre nella nostra esistenza; sia indicazione chiara di quello che dobbiamo fare; sia intermediario della nostra preghiera, perché trovi esaudimento.
•O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa che aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria. (Colletta V di Pasqua: A)
•Ti benediciamo, Dio Padre, per la comunione che Cristo crea con te, per noi. Egli è la via, la verità, la vita.
•Fa, Signore, che assumendo personalmente la morte preziosa moriamo al peccato, riceviamo la resurrezione alla vita nuova, e otteniamo la comunione con te sempre.
•Ti glorifichiamo, Signore, Dio nostro, perché Cristo sigillò con il sangue la nuova alleanza. Da allora egli è la nostra pace definitiva e sono possibili i doni del tuo amore: grazia e salvezza, favore divino e riconciliazione con Dio e con i fratelli.
•Mantienici sempre, Signore, in comunione con te: il tuo Spirito superi le nostre discordie, perché siamo messaggeri di pace nel mondo. (Preghiere di Basilio Caballero)
•O Dio, che nel tuo Figlio ci hai dato l’unico maestro di sapienza e di vita fa che le sue parole nutrano le nostre menti e ringiovaniscano il nostro volere. Sii tu stesso la luce dei nostri cuori, perché possiamo avere di te una conoscenza verace e un amore costante, senza smarrimenti. (liturgia ambrosiana)
•Tu ci sei necessario o Cristo, unico mediatore per venire in comunione con Dio Padre, per diventare come te, che sei il suo Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi, per essere rigenerati dallo Spirito Santo, Tu ci sei necessario o solo Verbo, maestro della verità recondite e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino e la via per conseguirlo.
•Tu ci sei necessario, o Redentore nostro per scoprire la nostra miseria morale e per guarirla, per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità: per deplorare i nostri peccati e per avere perdono. Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.
•Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione di redenzione. Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere la certezza che non tradisce in eterno.
•Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio con noi, per imparare l’amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità, sulla nostra via faticosa, sino all’incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli. (Giovanni Battista Montini)
•Noi ti salutiamo. O Maria, madre di Dio, tesoro vero di tutto l’universo, fiamma che mai si spegne, corona della verginità, scettro della fede, tempio incorruttibile, dimora di colui che non ha dimora. Per te ci è stato donato colui che chiamiamo il Benedetto, venuto a noi nel nome del Signore. (San Cirillo)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Seguiamo sempre Gesù, che è la via per andare al Padre, il mediatore unico e necessario, perché è la verità e quindi la vita.