Matteo 2, 1-12: 1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: 2 «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3 All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». 7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 2, 1-12
Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov`è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All`udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s`informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l`avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch`io venga ad adorarlo». Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un`altra strada fecero ritorno al loro paese.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
I primi due capitoli di Matteo, come i primi due di Luca sono chiamati “vangeli dell’infanzia” e si staccano dalla primitiva predicazione cristiana dei Vangeli che, raccontando la vita e le parole di Gesù iniziava dall’attività di Giovanni (es.: Mc 1, 2 ss, Atti 10, 37). Sono di composizione tardiva e fungono da “prefazione” al Vangelo, poiché in essi sono messi in rilievo tutte le direttrici più importanti su cui correrà la storia evangelica. Questi capitoli si differenziano poi nettamente dai successivi anche per il modo con cui vengono utilizzati i personaggi dell’Antico Testamento, per l’orizzonte teologico che si ispira alle attese messianiche giudaiche e per lo stile letterario. Lo stile con cui Matteo scrive questi capitoli era ben noto in Israele ed era chiamato “midrash” (“commento”) haggadico o “sonorizzazione” della storia come usavano farla i Rabbini, riattualizzando i testi sacri alla luce di fatti nuovi. In Matteo 1-2, sulla base di una breve autentica memoria dei fatti, il racconto viene completato da un’antologia di citazioni attinte all’Antico Testamento e appropriate all’infanzia del Messia. I racconti hanno valore storico, ma la storia, è messa a servizio della teologia nel senso che serve a sopportarne affermazioni teologiche. La visita ai Magi è un episodio centrale dei primi due capitoli di Matteo per i temi che tocca. Gesù “re dei Giudei” non è riconosciuto dai suoi, che avevano tutto per conoscerlo, mentre è adorato dai pagani. Il fondamento storico di questo brano può essere il seguente: l’attesa del messia fuori di Israele, il rifiuto di Israele ad accettare Gesù, la venuta di una carovana di astrologi, che furono guidati a Gerusalemme per vie oscure e pose domande ad Erode che si preoccupò.
AI TEMPI DI ERODE IL GRANDE (1)
Si tratta di Erode, detto il Grande, che regnò nella Palestina, sotto la sovranità romana dal 37 a. C al 4 d. C. La data quindi della nascita di Gesù non può coincidere col primo anno dell’era volgare, ma deve essere arretrata di almeno sei anni, per un errore di calcolo fatto nel IV secolo da Dionigi il Piccolo, ideatore dell’era volgare.
ECCO GIUNGERE A GERUSALEMME (1)
Più il là si dirà “si misero in cammino” (9) verso Betlemme e l’asserzione ricorda Isaia 60, 6: “una moltitudine di cammelli ti invaderà”.
ALCUNI MAGI (1)
Originariamente i Magi costituivano una casta sacerdotale nel regno dei medi. Anche a Babilonia c’era una categoria di funzionari, consiglieri del re, che si interessavano di astronomia. I Magi di questa narrazione sono dei sapienti esperti in astronomia. Provengono da oriente cioè dalla Persia, o dalla Mesopotamia, o dall’Arabia Nabatea. La venuta di dignitari pagani,attratti dall’Ebraismo prima e dal cristianesimo poi, ha riscontro storico. Che siano re lo si pensò in seguito in base a passi biblici, che fossero tre lo si pensò a cominciare dal V secolo, in base ai doni offerti, i nomi di Melchiorre, Garpare e Baldassare saltano fuori solo nell’ottavo secolo.
VISTO LA SUA STELLA (2)
Su questa “stella” si possono fare varie considerazioni. Forse i sapienti orientali si sono mossi per una loro lettura astrologica degli astri, che hanno preso come un segno. La “stella” potrebbe essere la congiunzione di Giove- Saturno nella costellazione dei Pesci avvenuta il 7 a.C. (Questa è una supposizione di scienziati moderni, dopo Keplero. Prima si pensava ad una cometa.) Per gli astrologi di allora ogni uomo aveva una stella e ogni stella un significato. Giove era l’astro del sovrano dell’universo, Saturno l’astro della Siria e dei Giudei, i Pesci aveva relazione con la fine del mondo. La congiunzione sopra indicata faceva pensare ai “magi” ad un avvenimento straordinario: la nascita del re degli ultimi tempi nella zona siriano palestinese. Si deve ricordare anche che un racconto popolare diceva che una luce aveva inondato la casa di Mosè al momento della sua nascita e che in ambiente greco romano il motivo della stella annunciatrice di grandezza e di gloria ricorre nelle biografie di grandi personaggi, come Alessandro il Grande e Augusto. Ma una lettura scritturistica fa pensare alla stella annunziata da Balaam in Nm 24, 17 “ Ecco io vedo…da Giacobbe spunta una stella, da Israele si erge uno scettro”.
TUTTA GERUSALEMME (4)
“Tutta Gerusalemme” sono i capi che anticipano l’ostilità futura verso Gesù. Gli scribi sono i conoscitori professionali delle scritture. Israele ha tra le mani le profezie su Gesù e le sa anche leggere materialmente, e sa conoscere il luogo della nascita del Messia, ma non arriva a riconoscere il compimento in Gesù perché è indisposto.
RIUNITI I SOMMI SACERDOTI (4)
Tutto ciò che avviene fino alla partenza dei Magi per Gerusalemme è sorprendente e poco verosimile: che Erode non conosca le profezie, che tutti si turbino, che nessuno vada a cercare Gesù. Questo racconto ha probabilmente la funzione di mettere in evidenza che il Messia promesso, il re d’Israele, è stato fin dall’inizio respinto dal suo popolo e invece venerato dai pagani, che i capi religiosi sono responsabili del rifiuto del suo popolo e che tutte le attese anche quelle insufficienti dei pagani conducono a Gesù. Questa riflessione suppone la risurrezione di Cristo, il fallimento della missione tra i Giudei e l’affermazione tra i pagani.
PER MEZZO DEL PROFETA (5)
E’ la profezia di Michea 5, 1: “E tu Betlemme di Efrata, piccola per essere tra le mille città di Giuda, da te uscirà colui che deve regnare su Israele”. Luca, sulla grandezza di Betlemme sembra dire il contrario di Michea (“ non sei il più piccolo sobborgo”), ma parla di grandezza morale.
DA TE USCIRA’ UN CAPO (5)
La seconda parte della profezia rimanda ad Ezechiele 34, 23-24: “Susciterò tra loro un pastore che le pascerà”.
IL LUOGO DOVE SI TROVAVA IL BAMBINO (9)
Alla luce della rivelazione cosmica (la stella) e della luce della rivelazione (Bibbia) i Magi approdano all’incontro con Cristo. E’ sottolineata la caratteristica della gioia.
LO ADORARONO (11)
Se il particolare è storico non può che trattarsi del gesto orientale di ossequio e specialmente l’omaggio dovuto al re.
OFFRIRONO (11)
Matteo sembra ispirarsi a Isaia 60, 6-11: “ Tutti giunsero da Saba portando oro e incenso…per portarti le ricchezze dei popoli” e al Salmo 72, 10: “I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte”. Il simbolismo di questi doni non entra nell’intenzione di Luca, ma in seguito l’oro venne interpretato come simbolo della regalità di Cristo, l’incenso della sua divinità, o meglio il suo sacerdozio, la mirra, che è una resina usata per la preparazione dei profumi, della sua umanità o delle sofferenze. Comunque erano i doni più preziosi di quei tempi.
RITORNO NEL LORO PAESE (12)
Ricorre il motivo del sogno: i Magi sono avvertiti di passare per altra strada, tornano a casa e di loro si perdono le tracce. La leggenda si è poi impadronita delle loro figure: e nei secoli seguenti sono diventati re, tre di numero, e per i siri dodici, hanno avuto dei nomi (VI s.) sono diventati santi (XII s,), le loro “reliquie” vennero portare ai tempi di Barbarossa (1164) a Milano e a Colonia.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
LA RICERCA DEI MAGI
I Magi, seguirono la stella, a Gerusalemme furono illuminati dalla Scrittura e giunsero a Gesù Il libro aperto della natura e la Scrittura sono i sentieri attraverso i quali lo Spirito conduce l’uomo in ricerca alla vera conoscenza e alla vera fede. Nel racconto evangelico dei Magi c’è rappresentata una ricerca. Quei famosi sapienti orientali domandano: “ Dov’è il re dei Giude?” I sacerdoti e gli uomini di scienza di Erode trovano nella Scrittura l’indicazione del luogo dove sarebbe dovuto nascere. Ma loro e Gerusalemme intera non credono non sperano in un liberatore e salvatore e non lo cercano. I Magi invece si lasciano guidare dalla stella finché giungono alla casa dove trovano il Bambino con Maria sua Madre e gli rendono omaggio con l’offerta dei doni. Soltanto i Magi cercano davvero, in modo disinteressato e sincero, perciò trovano molto di più di quanto cercavano, addirittura il re e sua madre. Perché Dio si manifesta soltanto a chi lo cerca sinceramente, non importa di quale razza, popolo o lingua. (Antonio Bonora)
IL PERCORSO DEI MAGI
Nella storia dei Magi l’evangelista suggerisce il percorso del cammino di fede di quanti partono da lontano e vanno alla ricerca sincera del Messia. Per poterlo incontrare e riconoscere essi devono superare l’ostilità e il sospetto di un ambiente estraneo, tutto ripiegato su se stesso (A Catella)
RITORNO DA SALVATI
I magi non si fermano nella terra d’Israele. Sono venuti, hanno visto, adorato e ora tornano al loro paese. Certo, non tornano come prima, ma con la ricchezza del Signore, che hanno adorato, con la gioia della salvezza che hanno veduto. Tornano come dei salvati al loro paese, La salvezza viene dai Giudei ma si allarga a tutti i popoli.
ANNUNZIO DI SALVEZZA
L’episodio dei Magi ci annunzia la salvezza universale. San Paolo nella lettera agli Efesini asserisce che è un grande mistero “ che i gentili sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa, per mezzo del Vangelo”. Un vangelo universale, dunque, una salvezza aperta ai pagani. (Luciano Monari)
I magi camminano, guidati dalla stella. Anche noi siamo in cammino. Il nostro è un cammino all’interno della fede. La fede però è solo una primizia del “lume di gloria”. Al suo interno si attua un cammino progressivo nella luce, destinato a sfociare nella gloria: quando cadranno tutti i veli e “nella sua luce vedremo la luce”. Lo vedremo non in modo riflesso, rispecchiato nelle creature, ma “come è “. Nell’attesa la luce della fede deve accompagnarci sempre, se non vogliamo smarrirci. I Magi offrono doni: doni simbolici che riconoscono Cristo come Uomo (mirra), come Re (oro) e come Dio (incenso). Anche nell’Eucaristia la Chiesa alza le mani in un gesto di offerta, presentando il pane ed il vino. Ma in quegli umili segni, il Cristo è “significato, immolato e ricevuto”. E’ Lui dunque, che la Chiesa offre confidente al Padre, certa che ogni volta che si rinnova questa offerta si attua l’opera della Redenzione (Mariano Magrassi)
RIFLESSIONI
Alcune riflessioni nella storia della Chiesa: I Magi rappresentano tutti i popoli entrati nell’orbita di Gesù (S. Leone Magno); la stella è simbolo della rivelazione, che guida alla conoscenza del mistero di Cristo (S. Pietro Crisologo); ogni cristiano deve essere come la stella che guidò a Cristo (S. Leone Magno); Gerusalemme rimanda alla nuova Gerusalemme, la Chiesa, via di salvezza per tutti i popoli (S. Cirillo), centro di attrazione per i popoli (LG 2.16), sacramento visibile di unità del genere umano (LG) Cristo è la manifestazione e la presenza sostanziale di Dio, luce che illumina la Chiesa e il mondo, è il re universale.
LA STELLA DEI MAGI
La stella apparve perché i profeti erano scomparsi. La stella accorse per spiegare chi fosse colui verso il quale erano rivolte con precisione le parole dei profeti. Come per Ezechia il sole si rivolse dall`Occidente verso l`Oriente (cf. 2Re,20,8-11; Is 38,7-8), così a causa del bambino del presepio, la stella corse dall`Oriente verso l`Occidente. Il segno del sole fu un biasimo per Israele, e i Magi confusero il popolo con i doni che essi arrecavano. Essi vennero con i loro segni, a somiglianza dei profeti, ed essi resero testimonianza alla nascita del Cristo, affinché, quando Egli sarebbe venuto, non fosse considerato come uno straniero, ma che tutte le creature riconoscessero la sua nascita. Zaccaria divenne muto ed Elisabetta concepì, affinché tutte le regioni comprendessero e conoscessero la sua venuta. Ma questa stella era maestra del proprio percorso; essa saliva, discendeva, come se alcun legame la trattenesse, perché aveva potere sugli spazi celesti, e non era fissa nel firmamento. Se essa si nascose (per un momento agli occhi dei Magi), fu affinché essi non venissero a Betlemme attraverso un cammino chiaro e diritto. Dio la nascose loro per mettere alla prova Israele, affinché i Magi raggiungessero Gerusalemme, gli Scribi parlassero loro della nascita del Signore (cf. Mt 2,4-6) e ricevessero una testimonianza sincera dalla bocca stessa dei profeti e dei sacerdoti. Ma ciò avvenne anche affinché i Magi non credessero che vi fosse un potere al di fuori di quello che risiede a Gerusalemme. Allo stesso modo gli antichi avevano ricevuto dallo spirito che era sopra Mosè, affinché non si pensasse che ci fosse un altro spirito (cf. Nm 11,17). I popoli orientali sono stati illuminati dalla stella, perché gli Israeliti, al sorgere del sole, che è Cristo, erano diventati ciechi. E`, dunque, l`Oriente che per primo ha adorato il Cristo, come Zaccaria aveva predetto: L`Oriente darà la luce dall`alto (Lc 1,78). Quando la stella ebbe accompagnato i Magi fino al sole, si fermò, perché arrivata alla meta, in seguito, essa smise il suo percorso. Giovanni era la voce, che annunciava il Verbo. Ma quando il Verbo, per farsi ascoltare, s`incarnò ed apparve, la voce che preparava la strada, esclamò: Bisogna che egli cresca e che io diminuisca (Gv 3,30). I Magi, che adoravano gli astri, non avrebbero deciso di andare verso la luce se la stella non li avesse attratti col suo splendore. La stessa attrasse il loro amore, legato ad una luce di poca durata, verso la luce che non tramonta… Ed essi aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono, l`oro alla sua natura umana, la mirra, come figura della sua morte, l`incenso, alla sua divinità (Mt 2,11). Cioè: l`oro, come ad un re, l`incenso, come a Dio, la mirra, come a colui che dev`essere imbalsamato. O, meglio ancora: l`oro, perché lo si adorasse, in quanto questa adorazione è dovuta al proprio maestro; la mirra e l`incenso, per indicare il medico che doveva guarire la ferita di Adamo. (Efrem, Diatessaron, II, 5, 18-25)
I GENTILI ADERISCONO A CRISTO
Ora, dunque, o carissimi, figli ed eredi della grazia, osservate la vostra vocazione, ed apritevi ai Giudei ed ai Gentili, aderendo a Cristo, come pietra principale dell`edificio, con un amore molto perseverante. Si manifestò, infatti, nella stessa culla della sua infanzia a questi, che erano vicini, e a quelli che erano lontano; ai Giudei, con la vicinanza dei pastori, ai Gentili, con la lontananza dei Magi. Si crede che quelli venissero a lui nel giorno stesso in cui nacque, questi oggi. Si manifestò, dunque, né a quelli, perché erano dotti, né a questi, perché giusti. Traspare, infatti, nella rustichezza dei pastori, l`inesperienza, ma l`empietà nel carattere profano dei Magi. La pietra angolare (il Cristo) attirò a sé gli uni e gli altri: senza dubbio, perché venne a scegliere le cose stolte dal mondo per confondere i sapienti (1Cor 1,27); e non chiamare i giusti, ma i peccatori (Mt 9,13); affinché nessun uomo grande insuperbisse, e nessun piccolo disperasse. Per la qual cosa gli Scribi e i Farisei mentre sembrano troppo dotti e troppo giusti, indicarono la città del (Messia) nato, interpretando l`oracolo profetico, ma lo respinsero. Ma poiché (egli) divenne la pietra principale (Sal 117,22), ciò che, nascendo, mostrò, adempì, soffrendo; aderiamo a lui con altri, includendo il resto d`Israele, che per elezione della grazia divenne salvo (Rm 11,5). Quei pastori, infatti, li prefiguravano sulla loro imminente riunificazione, affinché anche noi, che siamo stati prefigurati dall`arrivo dei Magi, chiamati da lontano, rimaniamo, non più pellegrini ed estranei, ma familiari di Dio, edificati sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti, in virtù della principale pietra angolare, che è il Cristo Gesù: che una sola cosa realizzò e dell`una e dell`altra (Ef 2,11-12), affinché amiamo l`unità essendo uniti ed abbiamo l`instancabile carità, per riunire i rami che innestati sul selvatico, son diventati eretici ostinati, a causa della loro superbia, poiché potente è Dio che li innesta di nuovo (Rm 11,17-24). (Agostino, Sermo 200, 4)
IL MISTERO DI CRISTO
L`apparizione di una stella, compresa fin dall`inizio dai Magi, evoca l`idea che i pagani non debbono interporre indugi nel credere in Cristo, né gli uomini allontanati dalla conoscenza di Dio dalle loro convinzioni derivate dalla scienza, stentare a riconoscere la luce che immantinente è apparsa alla sua nascita. In effetti, l`offerta dei doni ha espresso l`essere di Cristo in tutto il suo significato, riconoscendo il re nell`oro, Dio nell`incenso, l`uomo nella mirra. E con la venerazione dei Magi si realizza pienamente la conoscenza dell`insieme del mistero: della morte nell`uomo, della risurrezione in Dio, del potere di giudicare nel re. Nel fatto poi che sono impediti di ritornare sui loro passi e di tornare in Giudea da Erode, vi è l`idea che noi non siamo liberi di attingere in Giudea la nostra scienza e la nostra conoscenza, ma che siamo invitati ad abbandonare la via della nostra vita anteriore collocando tutta la nostra salvezza e tutta la nostra speranza in Cristo. (Ilario di Poitiers, In Matth., 1, 5)
FEDE NEL MISTERO
In effetti, per quanto egli avesse prescelto la nazione israelita, e in questa medesima nazione una data famiglia per assumervi la comune natura umana, non volle tuttavia che le primizie della sua venuta restassero nascoste nei ristretti limiti della casa materna; volle al contrario farsi subito conoscere da tutti, lui che si degnava nascere per tutti. Una stella di insolita lucentezza apparve allora a tre Magi d`Oriente, stella più brillante e più bella di tutti gli altri astri, che facilmente attrasse gli occhi e i cuori di coloro che la contemplavano; si poteva in tal modo comprendere che non fosse del tutto gratuito quanto di insolito era dato vedere. Colui che concedeva quel segno a quegli osservatori del cielo, ne concesse del pari l`intelligenza; ciò che fece capire, fece anche ricercare; e una volta cercato, si lasciò trovare. I tre uomini si lasciano condurre dalla luce proveniente dall`alto e si fissano, contemplandolo senza stancarsi, al chiarore dell`astro che li precede e fa loro da guida; così, sono condotti dallo splendore della grazia fino alla conoscenza della verità, essi che, secondo il buon senso, avevano ritenuto un dovere cercare in una città regale la nascita di un re che era stato loro rivelato da quel segno. Ma colui che aveva assunto la condizione di servo (cf. Fil 2,7), e non veniva per giudicare (cf. Gv 12,47), bensì per essere giudicato, scelse Betlemme per la nascita e Gerusalemme per la Passione (cf. Lc 13,33)… Si compie quindi per i Magi il loro desiderio e, condotti dalla stella, arrivano fino al Bambino, il Signore Gesù Cristo. Nella carne, essi adorano il Verbo; nell`infanzia, la Sapienza; nella debolezza, il vigore; e nella verità dell`uomo, la maestà del Signore; e, per manifestare con segni esterni il mistero in cui credono e di cui hanno intelligenza, attestano con doni ciò che credono nel cuore. Offrono a Dio l`incenso, all`uomo la mirra, al re l`oro, consci di venerare nell`unità la divina e l`umana natura. (L. Magno, Sermo 31, l s.)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Dio che con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. (Colletta Epifania).
•Signore, che fai splendere la tua luce in mezzo alle tenebre della terra, apri i nostri occhi allo splendore della stella e guida i nostri passi verso di te.
•Aiutaci, Signore, ad uscire da noi stessi per venire a te, a diffidare una religione fatta solo di cerimonie e di pratiche, a rimettere sotto esame le nostre abitudini, a crescere sempre di più nella fede.
•Fa, o Padre, che anch’io ti cerchi, preservami dall’errore: che nella mia ricerca non si presenti a me nient’altro che te. Se non desidero null’altro che te, fa, te ne prego, o Padre, che ti trovi. E se ci fosse ancora in me qualche desiderio superfluo, sii tu a purificarmene e rendimi capace di vederti. (Agostino D’Ippona)
•Signore nostro Dio, governa la nostra vita, tu che sei l’oasi serena, di quanti sono scossi dalla tempesta e facci conoscere la via che dobbiamo seguire. (S. Basilio di Cesarea)
•Dio delle genti, Dio padre di tutti gli uomini, tu certo sei più vicino a quanti noi pensiamo ti siano lontani perché ci vuoi tutti salvi; Dio unico e universale, Dio unità di ogni vita che attiri a te nell’amore l’intero creato, fa di noi tutti una sola famiglia nell’armonia libera e necessaria. (David Maria Turoldo)
•Dio, tu sei la sorpresa senza fine, e imprevedibili sono le forme sotto cui ti celi: che nessuno si stanchi di cercarti, Signore! Il segno che ti abbiamo trovato è il fatto che ti cerchiamo ancora, che ti cerchiamo sempre, Signore. E nessuno osi dire: ecco io so tutto di Dio. (David Maria Turoldo)
•Padre, ti adoriamo, perché in quei magi venuti da popoli lontani, c’eravamo anche noi. Scuoti fortemente le nostre comunità cristiane e dona a tutti una forte carica missionaria, perché il Vangelo sia annunziato a tutte le genti.
•Signore, tu vuoi che tutti gli uomini siano salvati per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio. Fa che noi comprendiamo quanto siamo responsabili del loro cammino di fede. Illumina la nostra mente e fortifica il nostro cuore. Infondici il coraggio di essere, agli occhi dei fratelli, i testimoni del tuo amore. (Charles Berhes)
•E’ veramente cosa buona e giusta.. rendere grazie a te, Signore, Padre santo. In Cristo tuo Figlio hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza e in lui, apparso nella nostra carne mortale, ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina. (dal prefazio dell’Epifania)
•Ave, Stella del mare, Madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta gloriosa del cielo. Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene. Mostrati Madre per tutti, offri la nostra preghiera, Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo. (Dall’Ave Maris Stella)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Essere come i Magi, infaticabili “cercatori di Dio”, che non si lasciano depistare da nessuna proposta alternativa.