
Dagli scritti del Servo di Dio don Giuseppe Quadrio
Una madre terrena guarda gli occhi di suo figlio e vede ciò che per lei v’è di più prezioso al mondo. Ma che cosa vedeva Maria, guardando gli occhi del suo bambino, se non lo stesso paradiso? Giocherellare con le piccole dita da cui caddero pianeti e mondi; guardare le labbra che ripetono l’eco della immutabile sapienza dell’eternità; accarezzare i piedi che un giorno saranno trafitti dal ferro per amore degli uomini. Tutto ciò ispira silenzio, per timore di perdere un gesto o una sillaba. [...] In Maria ci fu questo perfetto silenzio interiore (virtù di pochi) che
può essere inviolato anche tra il rumore della folla. [...]
Ci convinca lei che solo nel silenzio Dio si comunicherà alla nostra anima;
che i grandi avvenimenti della nostra vita non sono quelli che fanno rumore; che le grandi cose avvengono silenziosamente, come lo scorrere dell’acqua, il fluire dell’aria, il crescere del grano; che il silenzio non è un muro chiuso, ma una porta aperta sull’infinito, sul divino. Ci dia essa l’amore del silenzio, del silenzio ripieno di Dio; ci insegni che: tacere dei sé stessi è umiltà, tacere dei difetti altrui è carità, tacere parole inutili è penitenza, tacere a tempo e luogo è prudenza, tacere nelle croci è eroismo.