
Caro. parroco,
[…] Voglio farti una domanda un po’ strana, non so se merita una risposta. Se non la merita non rispondere […]. Ho notato che i cristiani sono tanti e tanto divisi […] Oggi mi sembra che anche gli atei sono tanti, ma loro non sono per niente divisi, sono un blocco unico e compatto e dicono le stesse cose […]. Non ti pare che facciano una figura migliore?
Lettera firmata
Caro amico,
Che i cristiani siano divisi è sotto gli occhi di tutti e ti dirò che non è un gran bel vedere!
Tuttavia resistono da due millenni e non sembra sia prossima la loro (la nostra) fine.
A mio parere, dove sbagli è credere che l’ateismo sia un blocco unico. Le prime tre distinzioni eccole: c’è un ateismo “forte” (i duri e puri dell’ateismo), un ateismo “debole” (quello di coloro che credono che l’esistenza di Dio non sia necessaria); un “apateismo” (quelli che, non sapendo se Dio esista o meno, preferiscono non discuterne visto che non si può argomentare scientificamente che Dio esista, ma anche che Dio non esista).
Ma c’è anche l’ateismo “scettico” (quello di chi propende per la non esistenza di Dio ma non è del tutto convinto di questa posizione). Qualche anno fa il supplemento “La Lettura” del Corriere della Sera faceva molte altre distinzioni, affermando, al contrario di quello che asserisci tu, che l’ateismo è una galassia, e citava, se non ricordo male, l’ateo radicale, l’ateo cognitivista, l’ateo vegetariano, l’ateo darwinista, l’ateo edonista, l’ateo secolarista, l’ateo che crede di credere, l’ateo matematico, ecc. Alla faccia del blocco unico. Una corrente moderna, infine, si chiama “anateismo” il cui leader, il filosofo Gianni Vattimo, afferma che è possibile ritrovare la divinità dopo la divinità, cioè tornare a Dio dopo averlo perduto.
Il parroco