Caro parroco,
[…] Non ricordo più dove l’ho letto, e mi dispiace, ma in un articolo di una qualche rivista ho letto che oggigiorno è una cosa molto molto facile essere contro […] Ci ho fatto pure una discussione con mia moglie. Lei diceva che era vero perché c’è più gusto a essere contro che a essere a favore, io non ero d’accordo, ma non sapevo spiegarmi. Si è contro qualcuno per una questione di giustizia […]
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Caro Signore,
Essere “per” qualcuno vuol dire impegnarsi, spesso con fatica e sudore, vuol dire muoversi, difendere, pensare, aiutare, sporcarsi le mani, compromettersi … Essere “contro” non comporta troppa fatica e oggi soprattutto si è in buona compagnia, poiché essere tutti contro tutti è quasi diventato un gioco di società. Forse ha ragione sua moglie a dire che remare “contro” si prova anche una certa soddisfazione, perché si è intruppati. Essere “per”, è difficile: occorre che il cervello sia connesso, che le parole siano pensate, pesate e calibrate. Essere “contro” … beh, le cito un brocardo latino: “quando conveniunt Domitilla, Sibylla, Drusilla sermones faciunt et ab hic et ab hoc et ab illa” – “quando s’incontrano Domitilla, Sibilla, Drusilla, ciarlano pettegolezzi contro questo, questa e quella”, insomma non si salva nessuno. Eccetto loro, s’intende. …