Dall’Enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco (77-79)
Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite.
Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per sé stessi e diffondono la confusione e la menzogna. Che altri continuino a pensare alla politica o all’economia per i loro giochi di potere. Alimentiamo ciò che è buono e mettiamoci al servizio del bene.
[…] Le difficoltà che sembrano enormi sono l’opportunità per crescere, e non la
scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione. Però non facciamolo
da soli, individualmente. Il samaritano cercò un affittacamere che potesse prendersi cura di quell’uomo, come noi siamo chiamati a invitare e incontrarci in un “noi” che sia più forte della somma di piccole individualità; ricordiamoci che «il tutto è più delle parti, ed è anche più della loro semplice somma». Rinunciamo alla
meschinità e al risentimento dei particolarismi sterili, delle contrapposizioni senza
fine. Smettiamo di nascondere il dolore delle perdite e facciamoci carico dei nostri
delitti, della nostra ignavia e delle nostre menzogne. La riconciliazione riparatrice
ci farà risorgere e farà perdere la paura – a noi stessi e agli altri.
Il samaritano della strada se ne andò senza aspettare riconoscimenti o ringraziamenti. La dedizione al servizio era la grande soddisfazione davanti al suo Dio e alla sua vita, e per questo un dovere. Tutti abbiamo una responsabilità riguardo a quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del buon samaritano.
Preghiera di intercessione
Signore fa che anche noi lasciamo che ci stringa il cuore
facci sentire torcere le viscere,
perché c’è tanta gente che soffre,
perché c’è tanta gente che dorme alla stazione di notte d’inverno,
perché c’è tanta gente che dorme sotto le barche sul porto,
perché c’è tanta gente che è senza casa.
Se non ci sentiamo torcere il cuore,
se non ci sentiamo stringere l’anima di fronte alle sofferenze del mondo,
noi non siamo secondo il cuore di Dio,
saremo soltanto gruppo superorganizzato,
ma non secondo il cuore di Dio.
Aiutaci a non accontentarci soltanto
dell’entusiasmo dei nostri sentimenti interiori
e donaci di rifuggire dalla delega.
Amen.