Dall’Enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco (69-70)
Una volta incamminati, ci scontriamo, immancabilmente, con l’uomo ferito. Oggi, e sempre di più, ci sono persone ferite. L’inclusione o l’esclusione di chi soffre lungo la strada definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi. Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. E se estendiamo lo sguardo alla totalità della
nostra storia e al mondo nel suo insieme, tutti siamo o siamo stati come questi
personaggi: tutti abbiamo qualcosa dell’uomo ferito, qualcosa dei briganti, qualcosa di quelli che passano a distanza e qualcosa del buon samaritano.
È interessante come le differenze tra i personaggi del racconto risultino
completamente trasformate nel confronto con la dolorosa manifestazione
dell’uomo caduto, umiliato. Non c’è più distinzione tra abitante della Giudea
e abitante della Samaria, non c’è sacerdote né commerciante; semplicemente
ci sono due tipi di persone: quelle che si fanno carico del dolore e quelle che
passano a distanza; quelle che si chinano riconoscendo l’uomo caduto e quelle
che distolgono lo sguardo e affrettano il passo. In effetti, le nostre molteplici
maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: è l’ora della verità.
Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci
sulle spalle gli uni gli altri? Questa è la sfida attuale, di cui non dobbiamo avere
paura. Nei momenti di crisi la scelta diventa incalzante: potremmo dire che, in
questo momento, chiunque non è brigante e chiunque non passa a distanza, o è
ferito o sta portando sulle sue spalle qualche ferito.
Preghiera di intercessione
Donaci Signore di non passare sopra l’altro
con il cilindro delle omologazioni.
Di non passargli sopra
con la violenza dell’appiattimento.
Qualche volta noi siamo portati a livellare tutto,
a passare sopra le distinzioni personali,
le caratteristiche di gruppo, le lingue, le culture.
Donaci di essere accanto alla gente, non sopra la gente.
Insegnaci a saper rispettare i volti che sono uguali e distinti,
perché tu, Dio, sei comunione.
Rispettare i volti significa passare accanto, amare il mondo.
Insegnaci Signore ad amare il mondo diverso da noi,
non solo quello che è la nostra fotocopia.
Donaci di adoperarci perché la sua cronaca di perdizione
diventi storia di salvezza.
Amen.