Dall’Enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco (272.276)
Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano
essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra
noi». Perché «la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini
e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità».
Per queste ragioni, benché la Chiesa rispetti l’autonomia della politica, non relega
la propria missione all’ambito del privato. Al contrario, «non può e non deve neanche restare ai margini» nella costruzione di un mondo migliore, né trascurare di «risvegliare le forze spirituali» che possano fecondare tutta la vita sociale. È vero che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, però nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dell’esistenza che implica una costante attenzione al bene comune e la preoccupazione per lo sviluppo umano integrale.
La Chiesa «ha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attività
di assistenza o di educazione» ma che si adopera per la «promozione dell’uomo e
della fraternità universale». Non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad
offrirsi come «una famiglia tra le famiglie – questo è la Chiesa –, aperta a testimoniare […] al mondo odierno la fede, la speranza e l’amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa è una casa con le porte aperte, perché è madre». E come Maria, la Madre di Gesù, «vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità […] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione».
Preghiera di intercessione
Insegnaci Signore ad essere il samaritano dell’ora giusta,
ma anche il samaritano dell’ora dopo.
Le improvvisazioni sentimentali non bastano,
il volontarismo emotivo non è sufficiente, ci vuole competenza e studio.
Ci sono dei meccanismi di peccato, delle strutture di peccato,
che noi dobbiamo saper smascherare, sennò un giorno la storia,
ma anche tu, Signore, ci rimprovererà di inadempienza.
Signore facci sentire la necessità
di collaborare con le istituzioni pubbliche
e con i servizi sociali presenti nel nostro territorio,
stimolandoli alla tenacia, precedendoli sulla battuta,
intuendo risposte nuove ai bisogni nuovi, non gareggiando,
come se volessimo dimostrare che siamo più bravi noi.
Amen.