
Egregio Parroco
Si sarà pure scocciato lei, di questo scocciatore informatico, ma ancora una volta voglio intervenire con una e-mail per osservare che questo nostro imprevedibile papa ogni tanto mi sembra che scantoni dalla dottrina ufficiale della Chiesa. Ed è grave che lo faccia un papa, non le pare? Allora egli il 4 e il 20 ottobre del 2013 ha affermato senza tanti distinguo che “il proselitismo non è il fine della chiesa”. Mi scusi ma allora il comando che Gesù stesso ha dato:
“Andate… predicate… battezzate… ?”. Che non è proselitismo? Mi sa tanto che qualcosa non quadri…
(Lettera firmata)
Caro Signore,
Andate… predicate… battezzate… – come scrive lei – si chiama evangelizzazione non proselitismo.
Vede, il proselitismo ha in sé qualcosa di negativo, di costrittivo, di inopportuno. Papa Francesco, dialogando con Eugenio Scalfari, il fondatore del giornale “La Repubblica”, che si professa non credente, ha sottolineato con forza proprio il carattere negativo del proselitismo, anzi ha addirittura affermato che è “una solenne sciocchezza”. Poi, in un’altra occasione ha ribadito il concetto, citando anche il suo predecessore il papa Benedetto XVI, il quale a sua volta aveva dichiarato senza mezzi termini che la Chiesa “non cresce per proselitismo” bensì “per attrazione” e “per testimonianza”. Evangelizzare equivale a “annunciare, seminare”, il che non significa far proseliti.
San Paolo nella prima lettera ai Corinti lo dice chiaro e tondo: ”Io ho piantato (il seme), Apollo ha irrigato, ma solo Dio fa crescere!”, cioè solo lui raccoglie i frutti.