“Non temere!”
Quanto sembra rivolta a noi quest’esortazione, in questo momento in cui si è nell’incertezza, a volte nella paura, sicuramente nella difficoltà.
Per poterla contrastare e alimentare la nostra “fiducia”, proponiamo dei piccoli momenti di cammino da percorrere insieme; sotto il programma completo.
Buon cammino!
Dalla prima domenica di Avvento 2020, il 29 novembre, entrerà in vigore la nuova traduzione del Messale Romano, che altre all’ormai conosciuta nuova formula del Padre Nostro, contiene anche molti altri cambiamenti, a maggioranza nelle parti riservate al sacerdote e in minoranze in quelle del popolo.
Riportiamo le principali modifiche in modo da facilitare la partecipazione comunitaria.
Da lunedì 2 novembre, entra in vigore l’orario invernale, che durerà fino a Pasqua.
Per essere sempre aggiornato sugli orari vedi qui
Dal 1 settembre 2020, cambiano alcuni orari delle S. Messe, per venire incontro a varie esigenze rilevate ed espresse da più parti.
FERIALI
- 7.30 – 9.00 – 18.30* (18.00 dall’inizio dell’ora solare a Pasqua)
FESTIVE
- Sabato: 17.00 (da Ottobre a Pasqua) – 18.30
- Domenica: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 12.30 -18.30 – 20
Dal 1 settembre troverete tutti gli orari aggiornati nella pagina “contatti e orari” del sito.
Carissimi Parrocchiani,
oggi alle ore 13,30 nella nostra Casa per i confratelli anziani e ammalati è morto ed è entrato nella vita eterna don Vito Francione.
Da dieci giorni si era trasferito dalla comunità di Roma don Bosco alla comunità Artemide Zatti a causa di un male incurabile. Don Vito ha vissuto la sua malattia con tanta dignità e consapevolezza, lo ringraziamo per la sua testimonianza di vita salesiana e preghiamo il Signore in suffragio di lui affinché nella sua misericordia lo accolga in paradiso.
Lo ricordiamo presente in Basilica fino al lockdown, sempre in Confessionale sotto la balconata dell’organo, prete e figlio di Don Bosco fino all’ultimo.
I funerali si terranno martedì 28 luglio alle 9.45 nella nostra Basilica. Viste le limitazioni ancora in atto, la precedenza dei posti sarà data ai sacerdoti e ai familiari.
Dagli scritti di Paula Hoesl
Il Rosario è la preghiera fatta apposta per noi, che ben si adegua alle nostre possibilità e alle nostre necessità. Se non abbiamo il tempo di lunghe soste in chiesa, possiamo infilare la mano in tasca, in qualsiasi luogo ci si trovi, sui tram affollati, durante le soste irritanti nei negozi, le corse, le attese davanti agli sportelli, e snodare grano a grano i Padre nostro e le Ave Maria, per gustarne la dolcezza e la forza. È veramente la preghiera di ogni momento, volta a volta
diretta al Padre ed alla Madre che ci ha dato Gesù, in virtù di quella parola che ritorna come invocazione precisa « non domani, non fra breve… ora, ora ».
Ma il Rosario è molto đi più. Il Rosario unisce la preghiera alla meditazione dei misteri della nostra fede. « La più bella storia del mondo » ha detto Péguy « la sola bella storia che sia mai avvenuta ». Solo noi non sappiamo evocarla, la lasciamo nella lontananza dei tempi, all’epoca della vita umana del Cristo… finché
la Chiesa, mettendoci fra le mani il rosario, ci supplica di farne una storia per noi, vicinissima ed intima, reale e presente,
come il pane da guadagnarsi ogni giorno, la spesa da fare, la posizione sociale da conquistare.
Guardiamo e prendiamo ad esempio le opere degli artisti d’altri tempi. Essi avevano, nel loro amore forte ed ingenuo, l’arte di mostrare come tutte le pagine del Vangelo fossero per loro attuali. Poco ad essi importava il rispetto dell’epoca storica e l’ambientazione coloristica. Essi sapevano bene che la Storia era vicinissima e con particolare, adorabile ingenuità, trasportavano tutte queste scene nella loro vita di ogni giorno.
Così la Vergine, ricevendo l’Angelo dell’Annunciazione, era fatta giovinetta del tempo dello artista, e parlava all’angelo del Signore in una camera delle giovani del tempo, con i mobili lucidissimi, il vaso di fiori al davanzale, il cesto da lavoro. E quando Gesù spezzava il pane ai discepoli di Emmaus era nello stesso povero albergo in cui l’artista aveva tante volte sostato, stanco, la sera. Ed era la loro maniera filiale di dire a Gesù e alla Vergine «Ecco, Voi siete vicinissimi a noi, siete nella nostra vita».
Dagli scritti di Paula Hoesl
Il Vangelo tace. La Chiesa sola ci parla, ma io credo nelle sue parole. Io credo con lei, Vergine Maria, che l’eternità ti abbia accolta come una regina e che sulla tua fronte china, Gesù stesso abbia posto la corona che ti era destinata. E’ il momento del tuo trionfo, il momento in cui davanti agli angeli ed ai santi, in uno splendore di luce che i nostri occhi non potrebbero sopportare, hai preso il posto sopra tutte le creature. Regina degli Angeli. Regina degli Apostoli. Regina dei Martiri.
Per fissare la mia mente che stenta molto a concentrarsi dopo le fatiche della giornata, io mi sforzo di vederti come sei rappresentata nelle più belle tele degli artisti; tutta bianca e incorporea come nelle celesti visioni del Beato Angelico. Sei tu la figliola di Gioacchino e di Anna, tu quella piccola Maria che cercava sempre l’ombra per passare inosservata? Sei tu la sposa di Giuseppe, il falegname, che lavava la biancheria alla fontana e preparava i pasti per la famigliola? Il Signore ha esaltata l’umiltà della sua ancella. Ecco che lo splendore che era nascosto in te agli occhi degli uomini, come ogni vero splendore, risplende per tutta l’eternità in un torrente di luce.
Io non ho altro da fare che contemplarti e ringraziarti di essere cosi bella. Il giorno è finito, dopo le inevitabili agitazioni, le delusioni, le fatiche. Ho bisogno di bellezza e di luce. Non ho che da chiudere gli occhi e tu sei là, per sempre. Lungo tutte queste tappe ho camminato dietro a te e ho messo i miei passi sulle tue orme.
Con te ho imparato che bisogna dire sì a tutte le richieste del Cielo;
amare la povertà nei giorni difficili; offrire i propri cari al Signore; cercare Gesù nelle lacrime quando lo perdo col peccato. Con te ho seguito la strada di dolore di Colui che anch’io voglio chiamare il « mio Gesù » perché è mio come tuo. Tu hai camminato accanto a me come una sorella maggiore, ed ho goduto nel camminare con te, spalla contro spalla, perché come me e prima di me hai conosciuto la mia vita, le gioie, i dolori, ed il monotono ripetersi dei più umili servizi. Questa sera io contemplo non una sorella ma una madre, mia madre. Non lontana e avvolta nell’abbagliante luce celeste, ma vicina e presente a me. Perché sei Regina, tu sei
Madre.
Dagli scritti del Servo di Dio don Giuseppe Quadrio
Una madre terrena guarda gli occhi di suo figlio e vede ciò che per lei v’è di più prezioso al mondo. Ma che cosa vedeva Maria, guardando gli occhi del suo bambino, se non lo stesso paradiso? Giocherellare con le piccole dita da cui caddero pianeti e mondi; guardare le labbra che ripetono l’eco della immutabile sapienza dell’eternità; accarezzare i piedi che un giorno saranno trafitti dal ferro per amore degli uomini. Tutto ciò ispira silenzio, per timore di perdere un gesto o una sillaba. [...] In Maria ci fu questo perfetto silenzio interiore (virtù di pochi) che
può essere inviolato anche tra il rumore della folla. [...]
Ci convinca lei che solo nel silenzio Dio si comunicherà alla nostra anima;
che i grandi avvenimenti della nostra vita non sono quelli che fanno rumore; che le grandi cose avvengono silenziosamente, come lo scorrere dell’acqua, il fluire dell’aria, il crescere del grano; che il silenzio non è un muro chiuso, ma una porta aperta sull’infinito, sul divino. Ci dia essa l’amore del silenzio, del silenzio ripieno di Dio; ci insegni che: tacere dei sé stessi è umiltà, tacere dei difetti altrui è carità, tacere parole inutili è penitenza, tacere a tempo e luogo è prudenza, tacere nelle croci è eroismo.
Dagli scritti di Igino Giordani
Nessuna creatura ha mai raggiunto l’altezza spirituale della Vergine; e nessuna l’ha fatto con più semplicità. Non ci sono stati corsi complicati d’ascetica e di mistica, nella sua carriera; c’è stata la cucina, il pollaio, la lavanderia, la bottega, c’è stato il lavoro e il dolore, elementi di cui ella ha fatto, attimo per attimo, i motivi della elevazione a Dio. Parole e cose di provenienza divina erano da Maria conservate e meditate nel suo cuore. Le sue mani lavoravano; la sua anima pregava: amando, si avvicinava ogni giorno di più a Dio, per le scale della preghiera e del lavoro.
Imitare Maria è farsi santi nella propria condizione,
in qualunque situazione, di continuo tra fatti, parole, sentimenti, e cioè le offese e i dolori, l’amore e le gioie, le fatiche e i malanni, in materiali d’ascesi: gradini di pietra per salire a Dio, corone di spine per imitare Cristo, penitenze d’ogni sorta per nobilitare il cuore.
L’amore di Dio, la sua grazia, consentono di continuo il cambiamento del mediocre in sublime, della bruttura in bellezza; un ricondurre in Dio ogni rivolo di storia; un superare con la vita la morte.