Sabato 28 marzo, dalle 10 alle 17 ci sarà un ritiro aperto agli universitari e ai giovani ormai quasi adulti di tutta la parrocchia. Si andrà presso le Catacombe di S. Callisto, visitando anche le vicine Fosse Ardeatine.
Il ritrovo sarà davanti alla Basilica, per informazioni contattare l’Ufficio Parrocchiale.
In questo periodo dell’anno, la preghiera personale e comunitaria assumono un significato e un aiuto particolari: per questo sarà possibile avere molte più occasioni per accrescere la nostra relazione con Cristo Gesù.
Ogni GIOVEDÌ:
- Ore 09.30 – 17.45 Adorazione Eucaristica nella Cappellina feriale
Ogni VENERDÌ:
- Ore 09.45: via crucis in Basilica
- Ore 18.00 VENERDI “UNO”: via crucis – celebrazione del vespro (19:00) – Messa “saltacena” (19:30) – Lectio Divina in Basilica (20:15), un tutt’uno di preghiera e comunità.
VENERDÌ 06 e 27 marzo:
- Ore 17.00 via crucis per giovani, ragazzi con le loro famiglie nel cortile dell’oratorio
MARTEDÌ 10 marzo e 7 aprile:
- Ore 18.30 celebrazione penitenziale comunitaria con possibilità delle confessioni in Basilica
MARTEDÌ 31 Marzo – MERCOLEDÌ 01 e GIOVEDÌ 02 Aprile:
- dalle ore 09.30 alle ore 17.45 in Basilica: SANTE QUARANT’ORE – Un momento di preghiera e riflessione continua davanti al Santissimo.
- dalle ore 18.30 alle ore 20.00 in Basilica: ESERCIZI SPIRITUALI AL POPOLO – Catechesi, riflessione e preghiera insieme.
VENERDÌ SANTO 10 aprile:
- Ore 21.00: Via Crucis per le Vie del Quartiere insieme alla Parrocchia di San Gabriele e Santa Maria Domenica Mazzarello
Buon cammino!
“Làsciati riconciliare con Dio, ecco ora il giorno della salvezza” (2Cor 5, 20; 6,2): è il tema che ci guiderà in questa Quaresima 2020.
Il tempo di Quaresima è una grazia grande: è un tempo in cui possiamo tornare al centro di noi stessi, del nostro essere persona radicati in Gesù Cristo (leggi la spiegazione del tempo liturgico). Oltre alle tante opportunità che la nostra parrocchia offre come comunità, fondamentale in questo cammino è la frequenza ai sacramenti, in particolare a quello della riconciliazione. Per questo di seguito trovate una guida all’esame di coscienza, che ci accompagni in questo percorso di riconciliazione e verità.
Iniziamo questo percordo con l’esortazione di S. Paolo: Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 5, 20-6, 2)
RITORNATE A ME CON TUTTO IL CUORE: un aiuto agli adulti per ben confessarsi, ricordando che per fare una buona confessione occorre
- L’esame di coscienza dall’ultima confessione ben fatta
- Il pentimento sincero per le colpe commesse
- Il proposito di evitare le occasioni di peccato
- L’accusa umile e completa dei peccati gravi e possibilmente anche di quelli veniali
- La preghiera o l’opera di penitenza, consigliata dal confessore.
A – AMERAI IL SIGNORE, DIO TUO, CON TUTTO IL CUORE
1. Credo fermamente in Dio? Lo sento come un Padre che ama o lo temo come un giudice delle mie azioni? 1Gv 3,2: «Miei cari, ora siamo figli di Dio»
2. Tutto quello che faccio è conforme alla mia fede di cristiano? Gc 2,17: «La fede senza le opere è morta»
3. So ringraziare ogni giorno il Signore per i doni che mi dà, oppure prego solo quando ho bisogno di grazie? Comincio e chiudo la giornata con la preghiera? Col 2,7: «E ringraziate continuamente il Signore»
4. Credo nella superstizione, affidandomi nelle scelte all’oroscopo, o peggio, consultando un “venditore di futuro” (cartomante, indovino)?
5. Ho bestemmiato qualche volta Dio, la Madonna e i Santi? Ho dubitato dell’amore di Dio attribuendo a Lui i mali che ci affliggono?
6. Partecipo costantemente e con devozione alla Messa festiva? Quante volte l’ho trascurata? Perché? Non si può essere veramente credenti, se non si è praticanti.
7. Sono pigro o restío nel confessarmi? Perché? Dio solo perdona i peccati, ma lo fa sempre attraverso la mediazione di un sacerdote [Cf Gv 20,23].
8. Desidero accostarmi all’Eucaristia o ne faccio a meno per molto tempo?
Prima di ricevere la comunione mi preoccupo di avere il cuore libero da peccato mortale? 1Cor 11,29: «Chi mangia indegnamente il Corpo di Cristo, mangia la propria condanna»
9. Come mi sono comportato quando altri hanno parlato male della Religione, della Chiesa e del Papa?
10. Penso spesso che abbia un’anima da salvare e un Dio da amare? Faccio della mia vita solo una ricerca di benessere materiale e di divertimento?
B – AMATEVI COME FRATELLI, COME IO VI HO AMATI
1. Non si può amare Dio, se non si ama anche il prossimo. Ne sono convinto?
1Gv 4,20: «Chi non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede?»
2. Sono vicino alle persone anziane o malate, soprattutto se familiari, con l’accoglienza, la sopportazione, l’attenzione e la cura? «Ciò che di bene fate agli altri, lo fate a me» [Cf. Mt 25,40]
3. Ho imprecato o augurato il male a qualcuno? Rm 12,21: «Vinci col bene il male»
4. Coltivo risentimenti per torti ricevuti? So perdonare? Lc 6,37: «Perdonate e vi sarà perdonato»
5. Mi lascio andare a critiche o pettegolezzi quando mi trovo in compagnia di altri?
Gc 3,2: «Chi non pecca con la lingua è un uomo perfetto!»
6. Ho pensato male degli altri? Ho manifestato ad altri questi giudizi? Mt 7,1: «Non giudicate per non essere giudicati»
7. Vivo in armonia con mia moglie (o mio marito) cercando alla sera la riconciliazione, dopo gli inevitabili contrasti della giornata? Ef 4,2b: «Non tramonti il sole sulla vostra ira, per non dare occasione al diavolo»
8. Mi sono impossessato della roba altrui, sul luogo di lavoro o al mercato?
9. Ho danneggiato le cose degli altri? In che misura? Cerco il modo di riparare qualsiasi danno fatto?
10. Collaboro al bene comune nell’adempimento degli obblighi fiscali o cerco vie di evasione? Rm 13,7: «Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto, a chi il tributo il tributo; a chi le tasse, le tasse»
11. Sono generoso, in rapporto alle mie possibilità economiche, con chi mi tende la mano per una richiesta di aiuto, o sono chiuso nel mio egoismo? Lc 6,38: «Date e vi sarà dato una buona misura, pigiata, scossa e traboccante»
C – AMA TE STESSO, PERCHÉ SEI FIGLIO DI DIO
1. Quale spazio nella mia giornata do alla Parola di Dio? La leggo? L’ascolto?
Col 3,16: «La Parola di Dio dimori tra voi abbondantemente»
2. Nel mio lavoro o nella professione valorizzo i doni ricevuti da Dio o mi lascio prendere dalla pigrizia e superficialità? Lc 16,2: «Rendi conto della tua amministrazione»
3. In casa cerco di creare un clima di serenità e di collaborazione, oppure faccio prevalere i miei diritti, il mio egoismo? Fil 2,3: «Ciascuno consideri gli altri superiori a sé stesso»
4. Partecipo alla vita della comunità parrocchiale come membro o come un estraneo? Se ho tempo disponibile, so offrirlo per attività di volontariato?
Gal 5,13: «Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri»
5. Esagero nel mangiare, nel bere, nel fumo? Faccio uso di droghe?
Sir 37,29: «Non essere ingordo!»
6. Pratico il gioco d’azzardo, le scommesse? 1Tim 6,10: «L’attaccamento al denaro
è la radice di tutti i mali»
7. Come cittadino, compio i miei doveri politici e sociali? Rispetto l’ambiente?
8. Conservo puro il mio cuore e il mio corpo? Coltivo pensieri e desideri di sesso?
Mi permetto letture e visioni scandalose in televisione o in internet? Con quali conseguenze?
9. Sono fedele a mia moglie (o a mio marito) anche nel pensiero? Evito ogni relazione pericolosa? Mt 5,28: «Se uno guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore»
10. Sono convinto che la sessualità è un dono di Dio e va posta al servizio degli affetti coniugali e della procreazione? Se sposato: l’atto d’amore è sempre aperto alla vita? Ho consigliato o procurato l’aborto? Se fidanzato: mi lascio andare ad azioni che rientrano nella sfera sessuale? Se vedovo, separato, divorziato: come vivo questa situazione di solitudine?
Buon cammino a tutti!
Il 26 febbraio inizia il tempo di Quaresima, con il rito delle imposizioni delle ceneri, che avverrà nei seguenti orari:
- mattino ore 7,30 – 9,00
- pomeriggio: ore 18, con appuntamento nel cortile interno dell’Oratorio per la Stazione Quaresimale e la processione penitenziale
- sera: ore 20, per permettere a quanti più possibile di partecipare.
La comunità augura a tutti i parrocchiani e non una Santa Quaresima.
Per molti “unzione degli infermi” significa “estrema unzione”. Quest’ultima dicitura, nata in periodi in cui il sacerdote si chiamava in extremis e quindi spesso arrivava quando il malato era ormai defunto, in realtà non rende onore a questo grande sacramento, che ha invece un significato enormemente più grande: far sí che alle sofferenze del malato si associno direttamente Cristo stesso e la sua Chiesa.
La premura di Cristo per i malati traspare in molti passi nel Vangelo, e dalla lettera di S. Giacomo conosciamo più esplicitamente questo sacramento: «Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (5,14-15).
Quest’ultima affermazione va bene interpretata. Sappiamo bene che Cristo distingue nettamente tra “salvezza” e “guarigione”: questo sacramento non deve farci cadere nella ricerca ossessiva del miracolo, che può sicuramente aver luogo e avviene quando Dio lo ritiene necessario; quello che importa veramente è la vicinanza di Cristo e della Chiesa ai malati ed agli anziani, perché Cristo stesso dia loro sollievo e salvezza e li esorta ad associarsi spontaneamente alla sua passione e morte (cf Rm 8,17) per contribuire al bene del popolo di Dio. L’uomo gravemente infermo ha infatti bisogno, nello stato di ansia e di pena in cui a volte si trova, di una grazia speciale di Dio per non lasciarsi abbattere, con il pericolo che la tentazione faccia vacillare la sua fede. Proprio per questo, Cristo ha voluto dare ai suoi fedeli malati la forza e il sostegno del sacramento dell’Unzione.
L’uso dell’Olio degli Infermi conferisce al malato la grazia dello Spirito Santo; tutta la persona ne è rinfrancata e sostenuta, con la fiducia verso Dio e con forze nuove contro le tentazioni del maligno e l’ansietà della morte; il sacramento dona inoltre, se necessario, il perdono dei peccati e porta a termine il cammino penitenziale del cristiano.
Sarebbe opportuno superare superstizioni o paure relative a questo sacramento, anzi si proponga e si aiuti la Chiesa e la parrocchia a raggiungere quante più persone possibili, per dare proprio il segno che nel dolore e nella malattia non siamo soli; la comunità cristiana si muove, si ricorda e prega per i suoi malati, così come gli stessi malati sono un tesoro per tutta la comunità, con in primis Cristo stesso vicino a loro e con loro. «Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.» (Rm 8).
Prendiamo dunque «questa abitudine di chiamare il sacerdote perché ai nostri malati – non dico ammalati di influenza, di tre-quattro giorni, ma quando è una malattia seria – e anche ai nostri anziani, venga e dia loro questo Sacramento, questo conforto, questa forza di Gesù per andare avanti. Facciamolo!» (Papa Francesco)
Martedì 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, vivremo insieme come ogni anno la Giornata mondiale del malato; alle 18 si celebrerà la S. Messa con tutti i fratelli ammalati della parrocchia che vorranno partecipare, ai quali sarà impartito il sacramento dell’Unzione degli infermi.
Accompagnate i vostri malati a questo appuntamento per dar loro forza e serenità!
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28)
Cari fratelli e sorelle,
1. Le parole che Gesù pronuncia: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28) indicano il misterioso cammino della grazia che si rivela ai semplici e che offre ristoro agli affaticati e agli stanchi. Queste parole esprimono la solidarietà del Figlio dell’uomo, Gesù Cristo, di fronte ad una umanità afflitta e sofferente. Quante persone soffrono nel corpo e nello spirito! Egli chiama tutti ad andare da Lui, «venite a me», e promette loro sollievo e ristoro. «Quando Gesù dice questo, ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno per le strade di Galilea: tanta gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati dal peso della legge e dal sistema sociale oppressivo… Questa gente lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola – una parola che dava speranza» (Angelus, 6 luglio 2014).
Nella XXVIII Giornata Mondiale del Malato, Gesù rivolge l’invito agli ammalati e agli oppressi, ai poveri che sanno di dipendere interamente da Dio e che, feriti dal peso della prova, hanno bisogno di guarigione. Gesù Cristo, a chi vive l’angoscia per la propria situazione di fragilità, dolore e debolezza, non impone leggi, ma offre la sua misericordia, cioè la sua persona ristoratrice. Gesù guarda l’umanità ferita. Egli ha occhi che vedono, che si accorgono, perché guardano in profondità, non corrono indifferenti, ma si fermano e accolgono tutto l’uomo, ogni uomo nella sua condizione di salute, senza scartare nessuno, invitando ciascuno ad entrare nella sua vita per fare esperienza di tenerezza.
2. Perché Gesù Cristo nutre questi sentimenti? Perché Egli stesso si è fatto debole, sperimentando l’umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Infatti, solo chi fa, in prima persona, questa esperienza saprà essere di conforto per l’altro. Diverse sono le forme gravi di sofferenza: malattie inguaribili e croniche, patologie psichiche, quelle che necessitano di riabilitazione o di cure palliative, le varie disabilità, le malattie dell’infanzia e della vecchiaia… In queste circostanze si avverte a volte una carenza di umanità e risulta perciò necessario personalizzare l’approccio al malato, aggiungendo al curare il prendersi cura, per una guarigione umana integrale. Nella malattia la persona sente compromessa non solo la propria integrità fisica, ma anche le dimensioni relazionale, intellettiva, affettiva, spirituale; e attende perciò, oltre alle terapie, sostegno, sollecitudine, attenzione… insomma, amore. Inoltre, accanto al malato c’è una famiglia che soffre e chiede anch’essa conforto e vicinanza.
3. Cari fratelli e sorelle infermi, la malattia vi pone in modo particolare tra quanti, “stanchi e oppressi”, attirano lo sguardo e il cuore di Gesù. Da lì viene la luce per i vostri momenti di buio, la speranza per il vostro sconforto. Egli vi invita ad andare a Lui: «Venite». In Lui, infatti, le inquietudini e gli interrogativi che, in questa “notte” del corpo e dello spirito, sorgono in voi troveranno forza per essere attraversate. Sì, Cristo non ci ha dato ricette, ma con la sua passione, morte e risurrezione ci libera dall’oppressione del male.
In questa condizione avete certamente bisogno di un luogo per ristorarvi. La Chiesa vuole essere sempre più e sempre meglio la “locanda” del Buon Samaritano che è Cristo (cfr Lc 10,34), cioè la casa dove potete trovare la sua grazia che si esprime nella familiarità, nell’accoglienza, nel sollievo. In questa casa potrete incontrare persone che, guarite dalla misericordia di Dio nella loro fragilità, sapranno aiutarvi a portare la croce facendo delle proprie ferite delle feritoie, attraverso le quali guardare l’orizzonte al di là della malattia e ricevere luce e aria per la vostra vita.
In tale opera di ristoro verso i fratelli infermi si colloca il servizio degli operatori sanitari, medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo, ausiliari, volontari che con competenza agiscono facendo sentire la presenza di Cristo, che offre consolazione e si fa carico della persona malata curandone le ferite. Ma anche loro sono uomini e donne con le loro fragilità e pure le loro malattie. Per loro in modo particolare vale che, «una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro» (Angelus, 6 luglio 2014).
4. Cari operatori sanitari, ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione è rivolto alla persona malata, dove il sostantivo “persona”, viene sempre prima dell’aggettivo “malata”. Pertanto, il vostro agire sia costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile.
Nell’esperienza del limite e del possibile fallimento anche della scienza medica di fronte a casi clinici sempre più problematici e a diagnosi infauste, siete chiamati ad aprirvi alla dimensione trascendente, che può offrirvi il senso pieno della vostra professione. Ricordiamo che la vita è sacra e appartiene a Dio, pertanto è inviolabile e indisponibile (cfr Istr. Donum vitae, 5; Enc. Evangelium vitae, 29-53). La vita va accolta, tutelata, rispettata e servita dal suo nascere al suo morire: lo richiedono contemporaneamente sia la ragione sia la fede in Dio autore della vita. In certi casi, l’obiezione di coscienza è per voi la scelta necessaria per rimanere coerenti a questo “sì” alla vita e alla persona. In ogni caso, la vostra professionalità, animata dalla carità cristiana, sarà il migliore servizio al vero diritto umano, quello alla vita. Quando non potrete guarire, potrete sempre curare con gesti e procedure che diano ristoro e sollievo al malato.
Purtroppo, in alcuni contesti di guerra e di conflitto violento sono presi di mira il personale sanitario e le strutture che si occupano dell’accoglienza e assistenza dei malati. In alcune zone anche il potere politico pretende di manipolare l’assistenza medica a proprio favore, limitando la giusta autonomia della professione sanitaria. In realtà, attaccare coloro che sono dedicati al servizio delle membra sofferenti del corpo sociale non giova a nessuno.
5. In questa XXVIII Giornata Mondiale del Malato, penso ai tanti fratelli e sorelle che, nel mondo intero, non hanno la possibilità di accedere alle cure, perché vivono in povertà. Mi rivolgo, pertanto, alle istituzioni sanitarie e ai Governi di tutti i Paesi del mondo, affinché, per considerare l’aspetto economico, non trascurino la giustizia sociale. Auspico che, coniugando i principi di solidarietà e sussidiarietà, si cooperi perché tutti abbiano accesso a cure adeguate per la salvaguardia e il recupero della salute. Ringrazio di cuore i volontari che si pongono al servizio dei malati, andando in non pochi casi a supplire a carenze strutturali e riflettendo, con gesti di tenerezza e di vicinanza, l’immagine di Cristo Buon Samaritano.
Alla Vergine Maria, Salute dei malati, affido tutte le persone che stanno portando il peso della malattia, insieme ai loro familiari, come pure tutti gli operatori sanitari. A tutti con affetto assicuro la mia vicinanza nella preghiera e invio di cuore la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 3 gennaio 2020
Memoria del SS. Nome di Gesù
Dopo la pienezza del Natale, la nostra parrocchia non si ferma per nulla: siamo già proiettati verso la festa del Santo fondatore, a cui è intitolato nostro tempio: Don Bosco!
Inizieremo con la musica, il 17 gennaio alle 10.30 nel Cinema Teatro “Don Bosco”, con il concerto della banda della Polizia di Stato.
Poi la festa di due figure salesiane che sono agli onori degli altari:
- mercoledì 22 gennaio - Beata Laura VICUÑA: ORE 18.00 CELEBRAZIONE EUCARISTICA con PANEGIRICO
- venerdì 24 gennaio - festa di S. Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della Chiesa e Patrono della Congregazione Salesiana
Da giovedì 30 gennaio a sabato 01 febbraio ci sarà invece il triduo di preparazione alla solennità di san giovanni bosco:
- giovedì 30 gennaio, ore 18.00: celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Calogero La Piana, sdb, arcivescovo emerito di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, canonico del capitolo della basilica di san pietro in vaticano
- venerdì 31 gennaio, ore 09.30: celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma per il settore est, in occasione della solennità di S. G. Bosco per la scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice di via Togliatti
- venerdì 31 gennaio, ore 18.00: celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, sdb, assessore del pontificio comitato di scienze storiche
- sabato 01 febbraio, ore 18.30: celebrazione eucaristica presieduta da celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Guerino di Tora, vescovo ausiliare di roma per il settore nord
- domenica 02 febbraio, festa della presentazione del signore e solennità di san giovanni bosco, ore 11.00: solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma il cardinale Angelo de Donatis, Vicario Generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma, e benedizione ed inaugurazione della mensa caritas della prefettura xx
In parallelo, degli incontri su “L’educazione è cosa di cuore”, da vivere per il bene dei giovani.
Invitiamo tutti a partecipare alla festa della nostra comunità!
Dopo una breve ma combattuta malattia, si è spento Don Giovanni Soccio, 81 anni e 63 di sacerdozio, fino a settembre nella nostra Parrocchia, poi trasferito nella comunità “A. Zatti” perchè bisognoso di assistenza continua.
Presso la nostra comunità ha esercitato il suo ministero principalmente tramite ila confessione, sempre presente nei confessionali all’entrata della chiesa.
Le esequie si terranno martedì 7 gennaio alle 10 presso la nostra parrocchia.
Nel 60° della dedicazione del tempio (è stato infatti aperto al culto nel 1959), proponiamo un itinerario di preparazione alla festa dell’8 dicembre, particolarmente importante per la congregazione salesiana perchè, come narra D. Bosco stesso, “quel giorno iniziò l’oratorio”.
Quindi il 5-6-7 dicembre, nell’eucarestia serale si celebrerà il Triduo di preparazione, predicato da D. Pierfausto Frisoli, Procuratore Generale della Congregazione Salesiana.
Domenica 8 dicembre saranno tanti gli appuntamenti previsti:
- ore 11: solenne Celebrazione Eucaristica di ringraziamento nel 60° di dedicazione del tempio a D. Bosco, presieduta da S. E. Card. Joao Braz de Aviz, con l’amministrazione delle Cresime ai giovani della parrocchia
- al termine, inaugurazione della mostra fotografica e video in occasione del 60° del tempio
- ore 12: cerchio mariano in piazza don bosco
- ore 15:30: visite guidate della basilica
- ore 17:30: inaugurazione della nuova illuminazione della basilica e della conclusione dei restauri della cupola maggiore
- ore 18: solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani, D. Francesco Cereda, e inaugurazione di quattro lapidi commemorative per la visita al tempio dei santi: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Teresa di Calcutta
- ore 19: Concerto della Banda dell’Esercito Italiano